La fumata nera dell’incontro tenutosi venerdì tra le cariche italiane ed europee sulla questione del Brennero, non è andata giù a Confcommercio-Conftrasporto, da sempre in prima linea contro i divieti austriaci che, da gennaio, hanno coinvolto i trasporti italiani. Paolo Uggè, il vicepresidente della Confederazione, già critico nei confronti delle affermazioni di Arno Kompatscher della scorsa settimana, sostiene che “Il governo italiano non deve traccheggiare e limitarsi a fare dichiarazioni: siamo ostaggio dell’Austria da almeno 30 anni”. La questione, che è di vitale importanza per la nostra economia, secondo Confcommercio deve necessariamente essere risolta dall’Europa poiché “in caso contrario si darebbe ragione a chi ne sostiene l’inutilità, e questo va evitato”. Europa che, durante l’incontro di venerdì scorso, ha espresso parole caute, di circostanza – tramite la commissaria UE Vălean –  per evitare di scaldare ulteriormente una situazione già rovente e che, attualmente, non sembra intravedere una risoluzione.

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Divieti Brennero, la storia in breve

“I collegamenti in Europa devono essere affrontati come un ‘unicum’ al fine di rendere competitiva l’economia europea. Che questa fosse l’intenzione dei padri costituenti trova conferma nella scelta che, fin dal 1984, i commissari Van Miert e, successivamente, Loyola de Palacyo, portarono avanti e che ha prodotto la realizzazione delle Reti TEN”.

Il vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto Uggè prosegue poi sulla questione del Brennero, cercando di spiegare come e quando l’attuale situazione di divieti, di anno in anno sempre più spinti, ha avuto origine: “Era il 1990 e in quei tempi il transito attraverso l’Austria era regolato da un sistema di autorizzazioni. Anche allora il ministro dei trasporti Steyer si inventò un sistema per contingentare il transito dei mezzi pesanti. Dopo inutili tentativi di trovare un accordo, il risultato fu un blocco del confine messo in atto dagli autotrasportatori che durò 12 giorni e fu sospeso quando l’allora ministro dei Trasporti Carlo Bernini riuscì ad ottenere una moratoria che investì anche l’unione europea, anche se l’Austria non ne faceva ancora parte”.

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Austria come la Svizzera? Con una “piccola” differenza

“Nel tempo venne introdotto un sistema di eco punti basato sul tipo di automezzo – afferma Uggè.  Anche questo sistema, comunque venne giudicato non compatibile con il principio della libertà di circolazione. L’Austria, che voleva entrare a far parte del mercato europeo, dovette accettare di applicare quel principio, e il sistema degli eco punti fu soppresso, dopo trattative intense nel 2004, durante il semestre a guida italiana. Oggi, facendo leva sul problema dell’inquinamento, una giustificazione smentita dai fatti, il tentativo si ripete”. Sostanzialmente il governo austriaco vorrebbe diventare il gestore della logistica stradale come, negli ultimi anno, lo è diventata la Svizzera di quella ferroviaria. Con un’unica, piccolissima, differenza: la Svizzera non fa parte dell’Unione Europea e quindi “stipula accordi commerciali con la U.E e con i singoli Paesi. L’Austria, invece, se vuole godere dei benefici di essere parte della Comunità deve rispettare le regole”, conclude Uggè.

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