Non avrà il fascino senza tempo del mitico Bulli, vera e propria icona Volkswagen, e carta d’identità alla mano, nemmeno può vantare la tradizione del suo erede naturale, evolutosi nel tempo e oggi conosciuto come Transporter. Ciò nonostante, il Crafter, che pur sempre si avvia a festeggiare il ventesimo compleanno, non sfigura affatto al cospetto dei più blasonati parenti.

Il discorso calza perfettamente all’attuale versione del van tedesco, erede dal 2006 dell’Lt, che sul mercato dei commerciali leggeri si propone oggi riccamente rinnovato e arricchito nei contenuti.

Volkwagen Crafter: dentro cambia volto col digital cockpit

E non si tratta di variazioni di dettaglio, tutt’altro. Lo provano gli interni, ridisegnati, che ospitano ora un sistema di infotainment ancora più evoluto con display da 10,3 oppure, in opzione, da 12,9 pollici, basato sulla più recente tecnologia modulare, un quadro strumenti digitale (di serie), ribattezzato digital cockpit, caratterizzato dalla grafica elegante che facilita la lettura del ricco bouquet di info a disposizione dell’autista, il volante con comandi integrati, il freno di stazionamento elettronico. A completamento, la corposa lista di funzioni e sistemi di assistenza, che direttamente in primo equipaggiamento prevede la frenata di emergenza con rilevamento di ciclisti e pedoni (Front assist), l’altrettanto utile mantenimento di corsia (Lane assist), e ancora Dynamic road sign display, limitatore di velocità, Park distance control acustico per la zona posteriore.

Insomma, Volkswagen Crafter si conferma un modello al passo coi tempi, che oggi guarda in particolare all’efficienza e alla sicurezza, mettendo l’autista nelle migliori condizioni per operare in città e nelle diverse mission alle quali strizza l’occhio il versatile van Volkswagen.

Crafter Digital Cockpit

L’efficienza prima di tutto

All’upgrade in salsa digitale che distingue l’attuale edizione del van Volkswagen, corrisponde la sostanziale conferma dell’architettura e dell’impostazione del Crafter, nel caso della versione in prova dotato di trazione anteriore (a catalogo sono disponibili anche quella posteriore e l’integrale 4Motion), passo medio e tetto alto. Sotto l’abito, insomma, il Crafter non cambia.

Ebbene, proprio in questa conferma è possibile leggere la forza del modello che, puntando su una catena cinematica collaudata, guarda anzitutto alla concretezza finalizzata a garantire massima efficienza e un rendimento in grado di soddisfare le esigenze del cliente.

E ciò vale in particolare proprio per la versione del nostro test. Quella identificata come L3H3, spinta dai 140 cavalli del turbodiesel di due litri che il costruttore tedesco declina anche come 102 e 177 cavalli.

Volkswagen Crafter 2

Mette subito a proprio agio

All’interno di questa line-up, proprio la versione di potenza mediana si conferma a nostro avviso particolarmente indicata e centrata per le mission urbane. Gestiti dal cambio automatizzato (con leva di selezione comodamente sistemata dietro il volante), i 140 cv del propulsore assicurano una guida piacevole anche a veicolo carico (nel nostro caso 800 chili alloggiati nel vano) e più in generale nelle condizioni di traffico intenso tipiche delle città.

Sospensioni e una frenata precisa fanno il resto, garantendo la marcia in totale sicurezza. Elemento, questo, al quale contribuisce anche il ricco bouquet di funzioni di assistenza implementate.

Volkswagen Crafter 3

Pro e contro secondo Vado e Torno

A carico e ancor più a scarico, il rumore del diesel è ben presente in cabina. Altro neo è lo strappo allo spunto nel momento in cui si disinserisce la funzione start-stop e nelle manovre ‘fini’ su terreni in pendenza. Infine, la penisola in plancia, tra i due sedili. Col cambio automatizzato è un ingombro inutile.

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