Volkswagen Bulli, da 65 anni la storia del pulmino legata allo stabilimento di Hannover-Stöcken. Dove ora si produrrà il nuovo I.D.Buzz
L’8 marzo 1956 Volkswagen avviava la produzione del Bulli nella fabbrica di Hannover-Stöcken. Sessantacinque anni dopo lo stabilimento del colosso tedesco è in fase di ammodernamento e trasformazione per ospitare per la prima volta anche la produzione di veicoli ibridi plug-in ed elettrici
In un certo senso lo si può leggere come un patto a tre indissolubile. Se infatti parli di Volkswagen, immediata è l’associazione con il Bulli, storico e iconico modello del Costruttore tedesco. E parlare del Bulli significa puntare i riflettori sullo stabilimento di Hannover-Stöcken, dove i numeri parlano chiaro.
Il Bulli, nelle diverse versioni e evoluzioni succedutesi via via nel tempo (sebbene pensato per il trasporto di persone esistono numerosi allestimenti per il trasporto merci), è stato prodotto in oltre 9 milioni di esemplari, a partire dal 1956. Ma attenzione, non stiamo parlando del passato, bensì di una favola che continua ancora oggi, anche se naturalmente con un approccio e una visione proiettata a garantire una mobilità sostenibile delle persone e delle merci.
Volkswagen, anche l’elettrico I.D.Buzz prodotto ad Hannover
Certo, il Bulli che ancora riesce a catturare l’attenzione e far volgere lo sguardo strappandoci un sorriso quando vediamo un esemplare trottare serenamente sulla strada, non è oggi quello essenziale, spartano ma allo stesso tempo robusto che ha mosso i primi passi e scritto i capitoli iniziali della sua straordinaria avventura. Ma la continuità della dinastia è però assicurata dall’annunciato arrivo, nel 2022, dell’I.D.Buzz, moderna interpretazione con motorizzazione completamente elettrica dell’iconico veicolo firmato Volkswagen. Peraltro, proprio al pari del suo antenato, anche l’I.D.Buzz verrà prodotto, come anche il nuovo Multivan da quest’anno, nello stesso impianto tedesco di Stöcken, dove già nasce l’attuale T6.1 e dove, per la prima volta, verranno costruiti veicoli dotati di trazione convenzionale, ma anche ibrida plug-in e, come detto, completamente elettrica.
Tre veicoli su due sole linee di produzione
In previsione di questo obiettivo, è partita una gigantesca operazione di rinnovamento e adattamento della storica fabbrica. «Stiamo modernizzando completamente l’impianto senza interrompere la produzione in corso», spiega Josef Baumert, membro del Cda Production e Logistics di Volkswagen Veicoli commerciali, «Il reparto carrozzeria per il nuovo Multivan è già pronto, quello per l’I.D.Buzz è in costruzione. A partire dal 2022 il settore montaggio costruirà su due sole linee di produzione tre veicoli, ciascuno basato su una diversa piattaforma. E verranno utilizzati 1.300 robot».
Volkswagen, una storia di successo confermata dai numeri
Che il Bulli ad Hannover-Stöcken abbia scritto la storia lo dicono anche e soprattutto i numeri. In questa fabbrica, realizzata negli Anni 50 in poco più di dodici mesi soltanto, che oggi si estende su un’area pari a 152 campi di calcio e attualmente occupa 14.800 dipendenti, Volkswagen ha complessivamente realizzato, a partire dal lontano 1956, qualcosa come 10,3 milioni di veicoli. Ebbene gran parte di questi, esattamente 9 milioni 228 mila sono del modello Bulli, compresi tra le generazioni T1 e T6 (di cui 1,8 milioni appartenenti alla prima serie, fabbricata fino al 1967).
Oltre all’iconico modello divenuto simbolo del miracolo economico, dal sito Volkswagen di Hannover sono fino ad oggi usciti anche 810.200 esemplari dei van Lt1 e Lt2 (prodotti dal 1975 al 2003), 176.500 pickup Amarok (la cui prossima generazione vedrà invece la luce in Sudafrica), 1.500 van elettrici e-Crafter, 61 mila Taro (pick-up frutto della collaborazione con Toyota) e, tra il 1974 e il 1975, 43 mila unità tra Maggiolino e Tipo 181.
Dalle fondamenta alla produzione in un anno
Volkswagen si appresta dunque a cambiare volto al sito di Hannover. Senza però cancellarne la storia e l’identità. Unica nel suo genere. Basti pensare che questa fabbrica è stata completata dalle fondamenta in un solo anno di lavoro. Partendo da 372 operai in un gelido e nevoso inverno a cavallo tra il 1954 e il 1955. Si è lavorato senza interruzione senza fermare alcuna attività. Ogni giorno, ad esempio, alle 4,10 del mattino, un treno speciale portava a Wolfsburg gli operai incaricati della produzione del Bulli. L’ultimo tassello, nei primi mesi del 1956, quando viene completato il raccordo ferroviario. E finalmente, l’8 marzo dello stesso anno, con 4 mila dipendenti (meno di un terzo di quelli attuali) viene avviata la produzione di serie del Bulli. Oggi la storia si rinnova. Quel Bulli è diventato I.D.Buzz. E promette, ancora una volta, di stupire.