Vado e Torno compie 60 anni. Nel 1962 nasceva un nuovo giornale, per un mestiere difficile
Sessant’anni fa Vado e Torno si presentava con un editoriale intitolato ‘Un mestiere troppo difficile’. «Un giornale per i camionisti? Un giornale pensato e scritto esclusivamente per loro e quindi dedicato a loro?», si chiedeva Arrigo Castellani, il direttore di allora, «Sì, perché ancora nessuno ha provveduto, perché il mestiere dell’autotrasportatore è il numero uno […]
Sessant’anni fa Vado e Torno si presentava con un editoriale intitolato ‘Un mestiere troppo difficile’. «Un giornale per i camionisti? Un giornale pensato e scritto esclusivamente per loro e quindi dedicato a loro?», si chiedeva Arrigo Castellani, il direttore di allora, «Sì, perché ancora nessuno ha provveduto, perché il mestiere dell’autotrasportatore è il numero uno dei problemi. Per questo, se non solo per questo, si è pensato a un giornale che, parlando della situazione, contribuisse a sanarla». Le celebrazioni per i sessant’anni della nostra rivista proseguiranno di mese in mese per tutto l’anno: ogni numero sarà infatti accompagnato in copertina dall’iconico bollino dell’anniversario.
Vado e Torno, sessant’anni per l’autotrasporto
Sfogliando le pagine del primo numero ‘di serie’, uscito nel luglio 1962, ma il ‘numero zero’ aveva l’Alfa Romeo Mille in copertina, dopo la prorompente Gina Lollobrigida di copertina, ci si trova sbalzati in un mondo di cui rimane il ricordo solo tra i vecchi camionisti e sui libri.
I camion erano l’Autobianchi Scaligero dalle lamiere nervate, il nuovo Tigre dell’Om, 150 cavalli, 72 all’ora e parabrezza finalmente in pezzo unico. Tra una ‘Gina la benzinara’ e il servosterza do poco obbligatorio sopra i 100 quintali, spuntava appunto il Mille, l’Alfone da 174 cavalli. Poi, il Fiat 690 N1, millepiedi da 44 ton con 8 assi.
A fianco del settore in ogni momento cruciale
Camion mitici, così come mitico è rimasto il mestiere di allora, sebbene disagio, fatica e scarsi guadagni siano ancora attuali. Sfogliando le annate una dopo l’altra, pagine e pagine di inchieste, interviste, analisi sui costi, si ha l’impressione infatti che sia cambiato proprio nulla.
Il congresso di Montecatini del 1963, primo appuntamento nazionale della categoria, dà l’avvio all’associazionismo, fino allora inesistente.
Vado e Torno, un’innovazione dietro l’altra fino all’impegno per la sostenibilità
Poi, le modifiche al Codice della strada e gli stranieri che nel 1976 scendono in Italia. E Vado e Torno c’è sempre, puntuale a cogliere i fermenti del settore e a seguirne gli sviluppi tecnici.
Poi, nel 1978 inizia la stagione delle prove su strada sul percorso del Penice, che poi si evolveranno nel Supertest di mille chilometri e, ancora, nei percorsi attuali a seconda si tratti di veicoli leggeri, medi e pesanti, oppure di commerciali. Una storia che continua e che ora vede Vado e Torno impegnato sul fronte della sostenibilità ma sempre a fianco dei camionisti.