Uiltrasporti, il settore è in piena tempesta. Subito provvedimenti per marittimi e logistica portuale
“Siamo molto preoccupati per le navi ferme nei porti a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, che hanno messo a terra migliaia di marittimi, molti dei quali non coperti dagli ammortizzatori sociali previsti dagli ultimi decreti della Presidenza del Consiglio”. È Uiltrasporti a renderlo noto tramite le parole di Claudio Tarlazzi, Segretario generale e Paolo Fantappiè, Segretario […]
“Siamo molto preoccupati per le navi ferme nei porti a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, che hanno messo a terra migliaia di marittimi, molti dei quali non coperti dagli ammortizzatori sociali previsti dagli ultimi decreti della Presidenza del Consiglio”. È Uiltrasporti a renderlo noto tramite le parole di Claudio Tarlazzi, Segretario generale e Paolo Fantappiè, Segretario nazionale delle sigla sindacale. La nota di Uiltrasporti arriva a una settimana dall’allarme lanciato da Federtrasporto in merito alla situazione di stallo in cui si trovano le merci nei porti italiani.
Uiltrasporti, rifinanziamento Fondo Solimare senza dimenticare il welfare classico
“È urgente un segnale preciso del Governo, che metta risorse economiche specifiche per il settore marittimo già a partire dal prossimo decreto legge di Pasqua, con un pacchetto che copra tutti i marittimi oggi senza lavoro”. Nello specifico la proposta di Uiltrasporti fa poi riferimento al Fondo Solimare, la cui dotazione attuale pare insufficiente e che, quindi, necessita di rifinanziamenti. Solo il Fondo ovviamente non basterebbe: caldeggiati ulteriori aiuti tra cui gli ammortizzatori sociali tradizionali.
Proseguendo nella nota i due segretari sottolineano proprio l’aspetto assistenziale che lo Stato dovrebbe svolgere in questo momento: “Contestualmente auspichiamo che vengano individuati anche aiuti economici per le imprese armatoriali, per impedire che alla ripresa delle attività si registri un’importante contrazione occupazionale in un settore strategico per gli spostamenti delle persone, i rifornimenti alle isole e l’economia reale del Paese”.
Le preoccupazioni per Tirrenia
La nota di Uiltrasporto si conclude con le preoccupazioni nei confronti della situazione finanziaria della compagnia Tirrenia, al centro della cronaca nelle ultime settimane: “continuiamo ad essere ancora preoccupati per Tirrenia CIN, che nonostante l’accordo con i commissari di Tirrenia AS, ha confermato la chiusura degli uffici di Napoli, mentre sulla stampa quotidianamente appaiono notizie di gravi problemi finanziari del gruppo Onorato, da cui aspettiamo ancora delucidazioni urgenti.A luglio prossimo scadrà la continuità territoriale con Sardegna, Sicilia e Tremiti e ancora attendiamo dal Governo i chiarimenti necessari sul come si concretizzerà la nuova gara di assegnazione delle tratte e soprattutto come vi sarà coniugata la clausola sociale, che deve garantire l’occupazione ed il salario di tutti i marittimi di Tirrenia CIN”.
L’allarme di Confetra, i pericoli sono dietro l’angolo
Un appello non dissimile da quello di Uiltrasporti era arrivato durante i primi giorni di aprile dalla sezione del Friuli Venezia Giulia di Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica: “Nelle prossime due settimane potrebbe scatenarsi una tempesta perfetta, se i magazzini delle imprese produttrici escluse dalla lista delle attività essenziali non potranno essere riaperti, così come caldeggiato da Ivano Russo, direttore generale di Confetra”.
“L’arrivo di un volume superiore al normale di merci spedite dalla Cina uscita dall’emergenza – prosegue poi il comunicato – la mancanza, sperabilmente momentanea, di liquidità delle imprese italiane per procedere al pagamento delle merci e alla loro importazione, e l’impossibilità per le imprese non essenziali di ricevere le merci nei loro magazzini genereranno una spirale negativa, rendendo impossibile la vuotatura dei container e, conseguentemente, determinando la mancanza di container vuoti che permetterebbero alle imprese essenziali di spedire le proprie merci verso mercati esteri e generare flusso di cassa. In pratica, una miscela potenzialmente esplosiva, in grado di catalizzare la recessione”.
Nella nota viene quindi ipotizzata una parziale soluzione allo stallo che potrebbe essere adottata dalle industrie chiuse per evitare di pagare un surplus di stoccaggio sulle navi. Infatti il particolare regime doganale di porto franco di Trieste, unico nel suo genere in Europa, “permette non solo di non pagare o garantire i diritti doganali per tutto il tempo che le merci rimarranno a magazzino, ma anche di pagare i dazi e l’IVA con una dilazione fino a 180 giorni dalla data d’importazione ad un tasso d’interesse agevolato”. Una dilazione che, combinata ai numerosi magazzini presenti nella regione, potrebbe davvero rappresentare la molla con cui uscire dalle acque tempestose in cui stiamo navigando.