Nel corso della conferenza stampa congiunta svoltasi a Milano martedì 7 luglio, tre delle principali associazioni di categoria del settore automotive – ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE – hanno lanciato una “Roadmap per il rilancio del trasporto merci”, un insieme di proposte per imprimere al settore una svolta decisiva verso la transizione energetica e l’efficienza, elementi centrali per la competitività dei prossimi anni.

Trasporto merci, il nodo del rinnovo del parco veicolare

Il focus per il trasporto merci si è subito spostato sulla problematica del rinnovamento dei mezzi, cruccio che affligge il settore da decenni e che, almeno per quanto riguarda l’Italia, continua ad impattare negativamente sulla sicurezza su strada e sulle emissioni. Il parco circolante dei veicoli industriali nel nostro Paese sfiora infatti i 700.000 veicoli con ptt maggiore di 3,5 tonnellate ed è tra i più vecchi in Europa, con un’età media di 13,4 anni e il 56% dei mezzi rispondenti alle Direttive di emissione ante Euro IV, percentuale che scende al 45,5% per i veicoli pesanti (superiori o uguali a16 t), che presentano un’età media di 11,5 anni.

Anche se le immatricolazioni in 13 anni si sono ridotte di oltre il 40%, passando da 35.442 unità nel 2007 a 20.256 veicoli venduti nel 2020, quello dei veicoli industriali rimane un settore strategico per l’economia nazionale, come evidenziato dall’aumento dei volumi trasportati durante il lockdown pandemico e, come tale, va sostenuto con interventi mirati allo svecchiamento del parco circolante e a rendere più sicuro e sostenibile il trasporto su gomma.

trasporto merci

Veicoli ante Euro IV, servono misure più severe sul trasporto merci. E torna la proposta dei veicoli da 18 metri

Tra le misure mirate a contribuire alla decarbonizzazione del trasporto merci, le Associazioni chiedono interventi per disincentivare l’utilizzo dei veicoli più inquinanti, per esempio con una maggiorazione del costo per il passaggio di proprietà, e con l’azzeramento del rimborso dei pedaggi stradali e delle accise per i mezzi ante Euro IV, oltre all’entrata in vigore della revisione annuale obbligatoria, anche presso officine private, che attende ormai da tempo l’emanazione dei decreti attuativi.

Sul fronte delle motorizzazioni, è indispensabile continuare a investire sui bio-carburanti (dal diesel pulito ai carburanti sintetici) e su un parallelo sviluppo delle infrastrutture per le alimentazioni alternative, per procedere verso sistemi di propulsione a emissioni tendenti allo zero, come i veicoli elettrici e quelli a biometano, in attesa della diffusione dell’idrogeno come soluzione di lungo termine e per i trasporti di lungo raggio.

Come già in atto in alcuni Paesi europei, ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE sollecitano anche una norma che autorizzi la libera circolazione degli autoarticolati di lunghezza fino a 18 metri – 1,5 metri in più della lunghezza massima attuale, veicoli attualmente circolanti in Italia solo a livello sperimentale – che, a massa invariata, consente un carico di pallet superiore e, di conseguenza, riduce il numero dei mezzi in circolazione, efficientando i flussi logistici.

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I commenti

Secondo Luca Sra, Delegato ANFIA per il Trasporto merci “Oltre ad essere indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale del trasporto merci, il rinnovo del parco circolante risponde anche alla necessità di elevare gli standard di sicurezza dei veicoli che ogni giorno viaggiano sulle strade, superando la contraddizione tra gli enormi investimenti dei produttori per adeguarsi alle normative vigenti in materia e l’effettiva dotazione dei mezzi in uso – solo il 21,6% dei veicoli industriali circolanti è dotato dei dispositivi di sicurezza resi obbligatori dal 1° novembre 2015 (AEBS per la frenata autonoma d’emergenza ed LDW per il mantenimento della corsia)”.

Gianandrea Ferrajoli, Coordinatore Federauto Truck, ha dichiarato: “Il rilancio del trasporto merci è strettamente connesso a una complessa e articolata trasformazione dell’intero comparto in un’ottica sostenibile ed ecologica, che riteniamo possa concretizzarsi anche e soprattutto attraverso forme di disincentivo all’utilizzo di mezzi obsoleti. Un veicolo su tre in Italia è infatti Euro 0, 1 o 2: un dato impressionante considerato che corrisponde al quintuplo della Germania e al triplo rispetto alla Francia”. La transizione dovrà per forza di cose essere graduale e valorizzare perciò quanto già di innovativo è presente sul mercato, anche attraverso iniziative virtuose come, per esempio, la tassazione energetica con la rimodulazione del bollo o gli incentivi per l’acquisto di nuovi veicoli, tematica in cui i fondi del PNRR giocheranno un ruolo cruciale.

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In merito alla diffusione dei motori elettrici, ibridi, a idrogeno e dei biocarburanti per il trasporto merci Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, ha ribadito quanto sia “necessario prevedere misure di incentivazione per il ricambio dei mezzi più vetusti, anche con veicoli Euro VI di ultima generazione, in modo da ridurre notevolmente le emissioni di CO2 rispetto all’attuale parco. In quest’ottica chiediamo, tra l’altro, di rifinanziare l’ecobonus sui veicoli commerciali per tutto il 2021, di prevedere agevolazioni anche per il rinnovo del parco dei rimorchi e semirimorchi, di rendere operativo il sistema dei ‘certificati bianchi’ per il rinnovo delle flotte, e la rimodulazione del bollo dei veicoli industriali sulla base del criterio che chi più inquina più paga, con evidenti benefici per l’ambiente e la sicurezza”.

Le 6 proposte concrete della filiera sostenute da ANFIA, FEDERAUTO, UNRAE

  • Incentivi fiscali e di mercato per gli Euro VI e le alimentazioni alternative per favorire la decarbonizzazione
  • Disincentivi per i veicoli ante Euro IV
  • Potenziamento rete biocarburanti
  • Sviluppo rete di ricarica elettrica e a idrogeno
  • Autorizzazioni alla circolazione dei veicoli 18 mt
  • Attuazione revisione obbligatoria anche presso officine private

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