Trasporto animali, l’UE vuole cambiare la normativa. Ma restano ancora alcuni nodi
Nonostante i passi avanti fatti dalla commissione d'inchiesta UE per garantire le norme finalizzate al miglioramento delle condizioni degli animali, non ci sono ancora accordi sulla durata del trasporto e sul divieto di esportazione fuori dai confini comunitari
Diciotto mesi di lavori per trovarsi tutti (o quasi) d’accordo: 30 membri su 31 della commissione d’inchiesta creata dal Parlamento Europeo per valutare la normativa sul trasporto di animali si sono dichiarati favorevoli a una mozione che sottolinea come le regole attuali non solo non sono un granché rispettate, ma sono pure insufficienti per garantire un minimo di benessere agli animali coinvolti. I casi più clamorosi? Il naufragio di una carretta porta bestiame al largo della Romania, nel 2019, che ha causato l’annegamento di 14mila pecore e, ai primi del 2021, l’odissea di due cargo carichi di bestiame partiti da Cartagena, in Spagna, e rimasti in mare per tre mesi per il rifiuto di sbarco in diversi porti europei, fino all’abbattimento di tutti gli animali sopravvissuti a bordo.
Trasporto animali, restano ancora due nodi cruciali da sciogliere
Il paradosso, però, è che i parlamentari europei, al termine dell’inchiesta, si sono trovati d’accordo nel chiedere un aumento dei controlli, l’installazione di sistemi di videosorveglianza sui camion per garantire che tempi e modalità di trasporto siano rispettati, addirittura sull’imporre la presenza di un veterinario a bordo delle navi per evitare che epidemie o maltrattamenti facciano strage del bestiame. Ma nessun consenso è stato trovato su due nodi fondamentali: la durata del trasporto che solo 15 deputati hanno votato perché fosse limitata a 8 ore, e il divieto di esportazione di animali viventi al di fuori dell’Unione Europea.
«È anormale che un vitello nato in Francia, sia spostato per essere ingrassato in Spagna, poi caricato su una nave per essere abbattuto al di fuori della Ue – ha sottolineato l’eurodeputata belga Caroline Roose del gruppo dei Verdi – magari per ritornare nell’Unione sotto forma di prodotto finito, confezionato e congelato». E le hanno fatto eco molte associazioni animaliste che lamentano come quasi due anni di lavori abbiano portato a un risultato «senza cambiamenti di fondo» documentando l’esistenza di una potente lobby che ostacola la revisione delle norme sul trasporto di animali, ancor più per mare che neppure su strada, come dimostrano le tante regole imposte in questi anni ai camionisti.
Ora, entro il prossimo marzo, spetterà alla sessione plenaria del Parlamento Europeo, a Strasburgo, la decisione finale sull’introduzione o meno di nuove leggi. Anche perché la Commissione europea si è pubblicamente impegnata a una totale revisione entro il 2023 della normativa, in favore ovviamente di un trattamento più rispettoso degli animali.