Trasporti, nel 2020 il settore ha perso 28,8 miliardi di ricavi. Confartigianato: PNRR deve focalizzarsi anche su rinnovo veicoli e intermodalità
Il boom dell'e-commerce non si è traslato con la stessa intensità sulle imprese di trasporto dell'ultimo miglio. E nel frattempo calano gli investimenti nel rinnovo del parco veicolare
L’Ufficio Studi Confartigianato ha pubblicato i dati sull’andamento del settore dei trasporti nel 2020, l’annus horribilis della pandemia che, come hanno già messo in evidenza alcuni report, ha visto un crollo senza precedenti del mercato dei veicoli pesanti. I dati in questione, contenuti nel Focus Confartigianato Trasporti, hanno tuttavia messo in evidenza un calo significativo dei volumi di tutto il settore dei trasporti con modifiche profonde della domanda e dell’offerta di mobilità dettati dalla crisi pandemica. I numeri, nero su bianco, fanno impressione: nel 2020 il fatturato del comparto del trasporto e magazzinaggio in Italia è crollato del 17,5% con le imprese che hanno dunque perso 28,8 miliardi di euro di ricavi. Si tratta di un tonfo del 4,6% più intenso del calo del 12,9% registrato come media dell’Unione Europea (UE 27).
Il boom dell’e-commerce non ha avuto effetti analoghi sulle imprese di trasporti
Il trasporto merci ha sofferto un calo dell’11,7% della produzione manifatturiera, associato ad una riduzione del 10,3% dei flussi di commercio estero. Il boom dell’e-commerce, conseguente ai provvedimenti restrittivi e la sospensione di attività commerciali, non si è traslato con la stessa intensità nell’’ultimo miglio’ delle consegne: lo scorso anno, a fronte di un aumento del 34,5% delle vendite di e-commerce, il fatturato delle imprese dei servizi postali e attività di corriere segna aumento che si ferma al +4,4%. Con il crollo dei flussi turistici, la chiusura delle scuole e dei viaggi lavorativi anche il settore del trasporto persone ha subito cali pesanti, con una flessione del 73,8%: in termini assoluti si tratta di 4.118 milioni di euro di mancati ricavi.
Gli interventi finanziati con i fondi europei, delineati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dovranno contribuire alla transizione green, associata al target di riduzione del 55% delle emissioni; per tale obiettivo il sistema dei trasporti diventa un comparto chiave, rappresentando il 5,2% del valore aggiunto, il 23,3% delle emissioni totali di gas serra e il 31% degli impieghi energetici. Considerando che il 44% di import/export viaggia su gomma, per perseguire nella politica di riduzione delle emissioni sono necessari interventi su tutta la filiera. L’effetto green si raggiunge con più investimenti su rinnovo parco veicolare e intermodalità.
PNRR, per il rinnovo veicolare e per l’intermodalità non è abbastanza
Nel PNRR trasmesso ieri al Parlamento, le risorse per la missione relativa a infrastrutture e mobilità sostenibile rappresentano il 14,2% dei 222 miliardi di euro di risorse europee, ma per il 90% sono concentrate nella componente dedicata alla rete ferroviaria ad alta velocità/capacità. “Lo abbiamo detto e ripetuto sia agli incontri col Ministro Enrico Giovannini che nelle audizioni parlamentari sul PNRR: per la seconda economia manifatturiera dell’UE, che muove su strada il 44% del valore dell’interscambio commerciale, la riduzione delle emissioni deve essere accompagnata incentivando con un piano pluriennale il rinnovo del parco veicolare e rafforzando gli investimenti in quelle infrastrutture logistiche che favoriscono l’interscambio della modalità di trasporto (gomma-treno e gomma-nave), modificando in direzione degli autotrasportatori che compiono la scelta intermodale gli attuali strumenti Marebonus e Ferrobonus”, ha ribadito il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani, alla luce della versione definitiva del PNRR.
“Crediamo che questi interventi, oltre che benefici sul versante ambientale – conclude Genedani – siano ancora più necessari per riattivare il fisiologico ciclo degli investimenti, dopo la peggiore recessione dalla Seconda guerra mondale”. Nel 2020, infatti, a fronte di un calo del 9,1% degli investimenti complessivi valutati in termini reali, quelli in mezzi di trasporto sono crollati del 28,1%.