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Under investigation. Sotto investigazione. Così si possono definire tutti i veicoli, dai trattori da 44 ton sino ai van, che nel corso del 2016 sono saliti sulle pagine di Vado e Torno o perché del tutto inediti o perché soggetti a upgrade di sostanza che ne abbiano incrementato la sostenibilità. E sono tanti.

Nell’anno in cui la sostenibilità sembra essere diventata la parola cardine su cui si imperniano tutti gli sviluppi attuali e futuri, fors’anche sotto la spinta potente della Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi svoltasi nel dicembre 2015, la famosa Cop 21, che ha sancito il tanto agognato accordo per il contenimento dei gas serra (in sostanza la CO2 ), nasce il premio Sustainable Truck of the Year. Premio che vuole in qualche modo ‘misurare’ gli sforzi dei costruttori di veicoli industriali e sensibilizzare chi usa e compra questi veicoli a considerare non solo le ragioni economiche o tecniche della loro scelta ma anche l’impatto che quest’ultima avrà sul mondo circostante, quindi ambiente e persone.

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Impatto che, e a rendersene conto per primi sono stati i costruttori, non può più essere trascurato. Non solo per un’ideale quanto giusto anelito a lasciare un mondo migliore a figli e nipoti, ma perché economicamente conveniente. Sono in continua crescita, infatti, i committenti, specialmente le grandi catene di distribuzione e non solo alimentari, che chiedono al trasporto quella ‘marcia in più’ sul fronte della sostenibilità da spendere poi come promozione alla vendita.

Magari con qualche ‘fuga in avanti’ di paesi come Francia e Germania che, almeno in questo momento, sembrano essere i maggiori ‘consumatori’ di veicoli sostenibili dell’ultima generazione. Anche se non mancano esempi in Italia di aziende che guardano avanti e si stanno attrezzando per non trovarsi impreparate alle nuove sfi de. Che, e questo è bene ricordarlo, potrebbero anche presentarsi prima di quanto si creda.

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