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Che il Sustainable Truck of the Year, ovvero Camion sostenibile dell’anno, riassunto nell’acronimo ‘Sty’, è il premio che d’ora in poi identificherà il veicolo per il trasporto merci giudicato meno impattante sull’ambiente presentato nel corso dell’anno e effettivamente disponibile sul mercato, ve lo abbiamo già detto. Che è promosso da Vado e Torno e che verrà consegnato per la prima volta al Transpotec di Verona, anche. Come che vuole diventare un appuntamento fisso nel panorama del veicolo industriale, varcando anche i confini italiani, sulle orme dell’altro premio che la Casa editrice ha lanciato nel 1998, il Tractor Of The Year.

Ancora, abbiamo spiegato che Sustainable Truck of the Year prende spunto dall’impianto tecnico e di valutazione del rating Mobility Revolution Truck e verrà assegnato da una giuria giornalistica che avrà spazio di valutazione sia sulle scelte tecniche sia sulla filosofia applicate da ciascun costruttore. Si fa dunque un passo oltre l’algoritmo che fotografa lo stato dell’arte di quel veicolo e che trovate pubblicato tutti i mesi nelle prove e nelle presentazioni. Si passa a un vero giudizio reso possibile ancora una volta grazie alla collaborazione con LifeGate, punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile, oltre che alla consulenza scientifica di Giulio Ceppi, professore di Design al Politecnico di Milano da anni impegnato sul fronte sostenibilità e che ha collaborato a importanti progetti come l’Area C di Milano, la Congestion charge di Londra e firmato l’area Villoresi di Autogrill.

A questo punto, resta da chiarire quali sono le regole con cui effettivamente sarà assegnato il premio. Anzi, i premi. Sì, perché il Sustainable Truck of the Year è diviso in tre categorie di impiego che, di fatto, individuano tre diverse tipologie di veicolo. Troppo diverse sono infatti le richieste che vengono fatte a un trattore impegnato sulle lunghissime distanze piuttosto che a un veicolo da distribuzione regionale, per non parlare delle consegne cittadine. Ambiti diversissimi e con orizzonti di sostenibilità assai differenti, anche se le logiche di sostenibilità e tecnologiche che muovono l’evoluzione sono le stesse per tutti.

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