Sustainable Tour, il giro d’Italia con Vado e Torno parte dal Transpotec di Verona
Il Sustainable Tour è un viaggio per l’Italia volto a raccontare le realtà, i progetti e a tratteggiare gli orizzonti delle aziende di autotrasporto. Un’esperienza unica per toccare con mano le tecnologie adottate e quelle future, analizzando sul piano strategico-industriale le scelte portate avanti dai più interessanti player nazionali e non. Industria 4.0 e Open […]
Il Sustainable Tour è un viaggio per l’Italia volto a raccontare le realtà, i progetti e a tratteggiare gli orizzonti delle aziende di autotrasporto.
Un’esperienza unica per toccare con mano le tecnologie adottate e quelle future, analizzando sul piano strategico-industriale le scelte portate avanti dai più interessanti player nazionali e non.
Industria 4.0 e Open innovation, digitale ed elettrico, economia circolare PMI e block chain sono solo alcune delle parole chiave che ci porteranno dal Transpotec di Verona alla Digital Week di Milano sino a Ecomondo, a Rimini.
L’autotrasporto si trova di fronte a una serie di cambiamenti; da un lato è immerso, come tutto e tutti, nell’onda tecnologica, dall’altro si prepara ad assorbire un radicale mutamento organizzativo.
Le due spinte convergenti cambieranno il modo di spostare le merci e in questo nostro giro d’Italia ci proponiamo di analizzare come e su che cosa si muoveranno, quali saranno i player e le loro visioni.
L’idea è di descrivere le esperienze degli attori più importanti nel trasporto e nella logistica e dei più interessanti produttori di veicoli, trailer e componenti. Questo il cuore delle giornate a cui affiancheremo, a seconda delle tappe, focus e player diversi.
Lo scopo è quello di intercettare innovazioni che provengano da sviluppi diretti del settore, dalla filiera dei fornitori, da PMI o da startup innovative, ma anche da player di settori limitrofi da cui mutuare soluzioni.
Le innovazioni presentate quindi non riguarderanno solo il prodotto, ma anche le novità organizzative e legate ai processi produttivi, per esempio all’Industria 4.0, agli eventuali nuovi modelli di business e dinamiche di fabbrica.
Perché da un lato è impossibile prevedere le evoluzioni della tecnologia, dall’altro perché sempre di più le nuove soluzioni nascono dal passaggio di strumenti, tempi e metodi dalla vita alla fabbrica/azienda/ impresa e non viceversa come è stato nelle precedenti rivoluzioni industriali.
Come detto, ogni tappa avrà un suo focus, tenendo però ben presente che alcuni confini tematici sono molto labili. Uscendo dalle semplificazioni e facendo qualche esempio concreto, mobilità sostenibile vuol dire anche ridurre l’impatto ambientale nei processi produttivi.
Un modo come un altro per sottolineare uno degli impatti maggiori dell’Industria 4.0 che, a volte, si traduce in ROI, abbattendo i consumi e gli sprechi di materie prime.
Sustainable Tour, Verona 1ª tappa. Sostenibilità. Chi la paga?
L’indiscussa fiducia nel libero mercato e nella possibilità di sviluppo illimitato, hanno sempre considerato l’ambiente come una serie di risorse praticamente inesauribili da sfruttare in maniera indiscriminata.
Di fronte all’accelerazione repentina del progresso tecnologico l’industria si è sempre più concentrata nella produzione di massa e l’uomo nel migliorare il proprio benessere.
Una credenza che è entrata in rotta di collisione, a partire dagli Anni 60, con i primi prezzi da pagare: l’inquinamento industriale e il suo pesante impatto sulla salute.
Così, si inizia a occuparsi delle diseconomie esterne e dei costi sociali derivanti dall’inquinamento ambientale.
Considerato l’ambiente nella prospettiva economica, dobbiamo attribuirgli un valore.
Risorse come acqua e aria hanno costo zero per chi le usa ma costo elevato per la società.
Come si conciliano etica ed economia? L’aumento della popolazione e del reddito (e di conseguenza dei consumi) e la progressiva espansione del commercio comportano l’inevitabile peggioramento dei livelli di congestione soprattutto nelle aree urbane.
I problemi di trasporto, consegna e riciclaggio delle merci incidono pesantemente sul traffico e sulla qualità della vita.
È quindi vero che, sotto questo profilo, la logistica può fare molto per migliorare sia gli uni che l’altra.
Si tratta di progettare e sviluppare una logistica sostenibile che passi sì attraverso l’intermodalità, l’ottimizzazione dei percorsi, la riduzione dei ritorni a vuoto, la localizzazione intelligente dei magazzini, la limitazione di un just in time esasperato, ma anche attraverso una progettualità diversa che ne faccia entrare esigenze e possibilità all’interno del disegno iniziale, nel momento in cui il prodotto viene pianificato.
Il trasporto merci contribuisce infatti alla congestione ma ne subisce, allo stesso tempo, le conseguenze negative.
«La terra non è un dono dei nostri antenati, ma un prestito sacro dei nostri figli», dicevano gli indiani d’America.
Antica saggezza che dovrebbe farci riflettere, perché la mancanza di rispetto per gli ecosistemi naturali provoca effetti devastanti che sono sotto gli occhi di tutti.
Ripensare ai modelli di sviluppo è diventata una necessità non più rinviabile, altrimenti il rischio concreto sarà che i costi superino i benefici.
Il concetto di sostenibilità approda così verso un significato più ampio che ingloba, oltre la dimensione ambientale, anche quella economica e sociale.
Nell’inquinamento ambientale rientra anche quello acustico, senza sottovalutare sicurezza e stili di vita, problematica sempre più sentita in Europa.
È causa di patologie cardiovascolari, difficoltà nell’apprendimento scolastico dei bambini, disturbi del sonno e acufeni.
Il report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sottolinea che 8 milioni di persone soffrono di disturbi del sonno dovuti al rumore ambientale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il più dannoso è il rumore legato al traffico stradale, raccomandando il rispetto delle soglie di esposizione, fissate a 65 dB durante il giorno e a 55 per la notte.
Sul fronte sicurezza, i nuovi sistemi di guida autonoma assistita e i sensori di ultima generazione saranno gli apripista per la mobilità del domani.
Sistemi come gli avvisatori acustici, i dispositivi di frenata autonoma di emergenza hanno già permesso un incremento del livello di sicurezza.
Qualità dell’aria, gestione della mobilità attiva, trasporti pubblici, mobilità sostenibile e sicurezza stradale: sono questi gli indicatori che il Wuppertal Institute, per conto di Greenpeace, ha preso in considerazione per stilare il rapporto ‘Vivere, Spostarsi, Respirare.
Classifica delle città europee nel trasporto sostenibile’.
Non ultimo il tema della sicurezza.
Negli ultimi anni la questione ambientale è nalmente sotto i riflettori e nelle agende dei governi mondiali, anche se le risposte sono modeste.
E i mercati? Riconoscono gli investimenti che sviluppano la sostenibilità e migliorano la qualità della vita riducendo l’inquinamento? Il sistema economico, pur debole, sostiene incentiva e premia la green economy?
È bene rammentare che «Più aspettiamo, più alto sarà il costo dell’inerzia».
Relatori
Maurizio Cervetto – Direttore di Vado e Torno
Paolo Volta – Amministratore delegato di Pagiro
Daniele Testi – Presidente Associazione per la Logistica Sostenibile
Matteo de Campo – Amministratore delegato Maganetti Spedizioni
Sandro Pietramala – Savino del Bene Global Freight Forwarder
Franco Fenoglio – Presidente e Amministratore Delegato Italscania
Veniero Rosetti – Presidente Consar
Riccardo Stabellini – Group Supply Chain Logistics Director Italy Barilla