Trasporto intermodale sostenibile. Il report della seconda tappa del Sustainable Tour 2022
Al Transpotec Logitec è andato in scena un confronto appassionato e franco sulle nuove frontiere del trasporto intermodale orientato alla sostenibilità. L'evocativo titolo scelto da evenT era “Dal Nord al Sud Europa: voci di corridoio. La rete TEN-T sussurra”.
La seconda tappa del Sustainable Tour 2022 si è svolta giovedì 12 maggio nella cornice del Transpotec Logitec di Milano. In fiera è andato in scena un confronto appassionato e franco sulle nuove frontiere del trasporto intermodale orientato alla sostenibilità. L’evocativo titolo scelto da evenT era “Dal Nord al Sud Europa: voci di corridoio. La rete TEN-T sussurra”. Al convegno ha partecipato anche il viceministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Alessandro Morelli.
Sustainable Tour 2022: dopo il PNRR, si parla di rete TEN-T
Nella sua introduzione, il professor Paolo Volta ha ricordato come l’obiettivo della rete TEN-T europea sia quello di promuovere un approccio “per corridoi” che interessa molto da vicino l’Italia. Con la possibilità, grazie ai fondi del PNRR, di ridurre il divario tra il Nord e il Sud del Paese. «I 220 miliardi del PNRR possono sembrare tanti – ha detto il viceministro Morelli – ma sono molti i settori su cui occorre investire. Di certo, nel trasporto merci mancano le infrastrutture e i fondi a disposizione aiuteranno di sicuro, specialmente nella creazione di reti intermodali più efficienti: un esempio è il porto di Gioia Tauro, dove stiamo investendo per creare un collegamento ferroviario che prima non c’era. Si può creare un sistema proficuo anche nel trasporto merci, guardando anche ai cambiamenti che interessano il trasporto pubblico in Italia. La base da cui partire è quella della neutralità tecnologica, lasciando la porta aperta alle diverse tecnologie che si stanno sviluppando, a partire dall’elettrificazione che pare la più matura».
Elettrificazione che costituisce certamente un’opportunità, ma nasconde delle insidie. «Va bene mettere le colonnine per la ricarica, ma come produciamo l’energia? Possiamo farlo in modo sostenibile per la comunità?», si è chiesto Pietro Serpagli, presidente di Cepim Parma, intervenuto in rappresentanza di UIR (Unione Interporti Riuniti), chiamando gli interporti a un impegno più mirato nei prossimi anni. «Più che interventi roboanti servono piccole cuciture sartoriali, interventi su misura per promuovere l’indipendenza energetica e fare rete realmente».
La centralità del trasporto su gomma in un’ottica multi tecnologica
«Il trasporto su gomma è preponderante rispetto alle altre modalità e lo sarà anche in futuro», ha ricordato Massimiliano Perri, Head of Italy Market di IVECO. «È necessario progettare interventi migliorativi per far sì che non diventi un collo di bottiglia, considerate anche le difficoltà che si incontrano man mano che si viaggia verso il Sud Italia». In questo quadro rientra anche il parco circolante sempre più anziano, tanto che è difficile, secondo Perri, che la questione si risolva prima dei prossimi 20 anni. Un aiuto può arrivare dalla tecnologia, con un futuro che per IVECO «è multi tecnologico. È finito il monopolio del diesel, l’elettrico è una soluzione matura per l’ultimo miglio ma non per il lungo raggio. Noi crediamo molto nei biocarburanti, e in particolare nel biogas: attualmente abbiamo 24mila veicoli che girano in Europa con motori alimentati a gas ma perfettamente compatibili con il biogas».
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Secondo Pietro Spirito, docente di Management delle Infrastrutture presso l’Universitas Mercatorum, «la transizione energetica non è una palla buttata in tribuna. Bisogna spendere bene le risorse e finora non sempre è stato fatto. Quello che manca nel PNRR è una visione olistica: si continua a ragionare per settori e questo non è il modo giusto per affrontare la situazione delle infrastrutture in Italia». Un’opportunità importante può arrivare dall’idrogeno, con gli interporti potenzialmente in grado di ospitarne produzione e stoccaggio. «Occorre un’operazione di pensiero strategico forte. Quella dell’idrogeno è una questione da affrontare assolutamente perché può essere una grande opportunità per l’Italia».