Il triste primato italiano; ancora troppe vittime stradali
Più di 174 mila incidenti stradali in Italia con 3.428 vittime e poco meno di 247 mila feriti. È un dato preoccupante non solo per l’entità (il numero di morti è ogni anno largamente superiore a quello degli spaventosi attentati dell’11 settembre in Usa) ma perché nel 2015, per la prima volta in 15 anni, […]
Più di 174 mila incidenti stradali in Italia con 3.428 vittime e poco meno di 247 mila feriti. È un dato preoccupante non solo per l’entità (il numero di morti è ogni anno largamente superiore a quello degli spaventosi attentati dell’11 settembre in Usa) ma perché nel 2015, per la prima volta in 15 anni, è ripartita la tendenza ad aumentare. Quel più 1,4 per cento che sembra quasi inspiegabile, visto che il numero assoluto degli incidenti è calato della stessa percentuale.
Ma è un segno della sempre maggiore pericolosità e violenza dei sinistri, dato confermato dal fatto che siano proprio le autostrade con un clamoroso più 6,3 per cento a far registrare il maggior aumento del numero di vittime; di peggio ci sono solo le strade urbane delle grandi città, dove l’incremento di vittime sfiora il 9 per cento. Detto che i dati resi noti da Aci e Istat non prendono in considerazione i camionisti, relegati nella categoria ‘altri’ con un aumento delle vittime del 2,7 per cento, la categoria di veicoli in assoluto più pericolosa nel 2015 è stata quella delle moto, con un più 7,6 per cento tra le vittime; non va molto meglio ai pedoni (più 4,2 per cento) mentre fanno registrare un miracoloso meno 8,1 per cento i ciclisti.
Resta comunque ragionevole il dato generale, se si considera che nel 2001 il numero dei morti era superiore alle 7 mila unità, anche se l’ultimo incremento rende sempre meno probabile che l’Italia riesca a centrare l’obiettivo che si era prefissato di scendere sotto il livello delle duemila vittime entro il 2020. A dimostrazione, il fatto che le strade del nostro Paese con 56,4 vittime per milione di abitanti risultino più pericolose della media Ue (52 vittime per milione). E poco importa se in graduatoria l’Italia fa meglio di Portogallo (60,4), Lussemburgo (63,9), Belgio (67,1) e Grecia (74,5), le nazioni di riferimento, come si può constatare dalla tabella, sono lontane anni luce.