Stati Uniti, il piano di rilancio da 2000 miliardi di Biden passa anche per le infrastrutture e i trasporti
Il Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden ha messo sul piatto la faraonica cifra di 2 triliardi di dollari per il rilancio dell'economia a stelle e strisce nella fase post-pandemica
In generale di “triliardi” si parla solo nei fumetti, con Paperon de’ Paperoni che si tuffa tra le montagne di dollari che ha in cassaforte. Ma sono addirittura due i triliardi messi sul tavolo dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden nell’annunciare un piano straordinario per il rilancio dell’economia Usa attraverso il rinnovo delle sue (obsolete) infrastrutture.
Della durata di otto anni, il progetto American Jobs Plan è stato presentato dallo stesso Biden a Washington lo scorso 31 marzo – giusto per evitare che la data del 1° aprile ne minasse la credibilità – per un costo totale che è per l’appunto di due trilioni di dollari, ovvero duemila miliardi di dollari; convertiti in euro 1680 miliardi. Come dice il nome, l’iniziativa ha come obiettivo numero uno quello di recuperare i milioni di posti di lavoro persi causa Covid e prevede alcune grandi opere: per citarne una, l’apertura di collegamenti ferroviari ad alta velocità tra San Francisco, Los Angeles e San Diego in California, tra Dallas e Houston in Texas e lungo la costa Est sulla direttrice Boston-New York-Washington-Miami.
Stati Uniti, nel progetto di rilancio ampio spazio all’ammodernamento della rete infrastrutturale
Il piano Biden punta però molto anche sul rinnovo e la manutenzione straordinaria delle infrastrutture esistenti. Ecco quindi spuntare un tesoretto da 520 miliardi di euro riservato a strade, ponti, porti e aeroporti che destina circa 100 miliardi ai soli interventi prioritari su 20mila miglia di strade e autostrade con gravi carenze strutturali e la ricostruzione o adeguamento di non meno di 10mila ponti, spesso in aree decentrate, ormai del tutto insufficienti rispetto ai pesi dei mezzi attuali e che spesso si trasformano in trappole per gli autotrasportatori.
I truckers Usa esprimono soddisfazione: investimenti sulla digitalizzazione e sull’elettrificazione del settore
Una scelta salutata con entusiasmo dalle associazioni di categoria dei trucker Usa: secondo un report realizzato nel 2019 dal DoT, il dipartimento federale dei trasporti (e bollato dall’amministrazione Trump come disfattista), sarebbero poco meno di 50mila i ponti delle principali strade con deficienze strutturali e più di 80mila quelli da sostituire completamente perché con strutture irrecuperabili.
L’American Jobs Plan degli Stati Uniti riserva ai trasporti su strada anche altre due belle sorprese: 20 miliardi di dollari per investimenti, prevalentemente in informatica, mirati a migliorare la sicurezza e la fluidità della circolazione. E un pacchetto da 174 miliardi di dollari per la creazione, entro il 2030, di una rete di almeno 500mila punti di ricarica ad alta capacità per i veicoli elettrici sia per il trasporto passeggeri sia per la logistica delle merci.