Sensori angolo cieco, ribaltone del Consiglio di Stato: il Comune di Milano può obbligare i camion a installare i dispositivi
Sentenza opposta rispetto a quella del Tar: il Comune di Milano può decidere sull'obbligo di installazione dei dispositivi per il monitoraggio dell'angolo cieco sui veicoli pesanti. Secondo Assotir, la sentenza "semina ulteriore incertezza tra gli operatori dei trasporti e, soprattutto, apre la strada a regolamentazioni a macchia di leopardo".
Oggi, 26 febbraio, è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che, ribaltando quanto stabilito dal Tar, autorizza il Comune di Milano ad ammettere nel territorio cittadino soltanto i camion dotati di dispositivi in grado monitorare l’area dell’angolo cieco. In un primo momento, infatti, il Tribunale amministrativo regionale aveva dato ragione alle associazioni che avevano presentato ricorso contro la decisione del Comune meneghino, conseguenza dei tanti incidenti verificatisi l’anno scorso tra camion e ciclisti o pedoni nelle vie del capoluogo lombardo.
Cosa ha deciso il Consiglio di Stato sulla questione dei sensori angolo cieco
Il Consiglio di Stato, dunque, ha decretato che il Comune di Milano abbia la competenza a vietare l’ingresso nella zona a traffico limitato ad alcuni veicoli, nello specifico quelli sprovvisti di sensori e sistemi di monitoraggio dell’angolo cieco. L’obbligo dovrebbe coinvolgere tutti i veicoli pesanti (camion e autobus) che entrano in Area B in determinate fasce orarie (qui ne parliamo più nel dettaglio). La questione, peraltro, aveva scatenato non soltanto il dibattito tra utenti della strada e autotrasportatori, ma anche vivaci proteste da parte di alcune associazioni di ciclisti a tutela della vita delle persone. Secondo i giudici, insomma, il citato obbligo non interferisce in alcun modo con il codice della strada.
Non si è fatta attendere la reazione di Assotir, tra le associazioni capofila del ricorso al Tar. “La sentenza con cui il Consiglio di Stato reintroduce l’obbligo di istallare i sensori per gli angoli ciechi, all’interno del Comune di Milano, semina ulteriore incertezza tra gli operatori dei trasporti e, soprattutto, apre la strada a regolamentazioni a macchia di leopardo”, ha commentato Claudio Donati, Segretario Generale di Assotir. “Il rischio adesso è che ogni Comune d’Italia possa adottare iniziative autonome e scoordinate. E questo darebbe vita a una sorta di autarchia amministrativa”.
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Donati ha anche aggiunto: “Questa sentenza dimostra in modo ancor più evidente come sia necessario un intervento del governo per dare una disciplina omogenea, valida su tutto il territorio nazionale. In questo senso, ci attiveremo presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti affinché il vuoto legislativo determinato che rischia di generare un caos ingestibile venga colmato al più presto”.
Cosa cambia, dunque, a Milano?
Secondo Pietro Castelli, Presidente di Assotir Lombardia, poco cambia, al momento, per il transito dei veicoli pesanti a Milano “perché rimane l’obbligo di installazione dei sensori sui veicoli industriali entro il 31 dicembre prossimo, come stabilito dalla delibera comunale. Aggiungiamo che, nei tre mesi di sospensione della stessa delibera, fortunatamente, non si sono verificati incidenti di veicoli pesanti con il coinvolgimento di ciclisti. Certamente, si tratta di una casualità positiva, ma anche di un indizio su come affrontare il tema della sicurezza per tutti gli utenti delle strade delle grandi città”