Non è affatto scontato che l’aumento dei prezzi dei veicoli, tutt’altro che infrequente in questa fase storica, sia accompagnato da una comunicazione ufficiale. Schmitz Cargobull, dati alla mano il primo costruttore di semirimorchi in Italia (qui, a pagina 40, il servizio sui dati di mercato in Italia nel 2024), ha scelto la strada della trasparenza e comunicato chiaro e tondo che, a causa dell’aumento dei costi di produzione, si vede costretta a rivedere verso l’alto i listini dei suoi veicoli.

Più cari i semirimorchi Schmitz Cargobull

I rincari saranno compresi tra il 3 e il 5%, ha scritto la Casa tedesca. A incidere, appunto, l’aumento del costo dell’energia, di quello del lavoro e, soprattutto, l’aumento del costo delle materie prime, come l’acciaio, commercializzato in dollari e soggetto a rincari notevoli in quest’ultimo periodo.

“La decisione di trasferire parte dell’aumento dei costi dei materiali sui nostri clienti non è stata facile per noi”, ha spiegato Andreas Schmitz, CEO di Schmitz Cargobull AG. “Il contesto economico è difficile, non da ultimo per l’incertezza sul fronte delle imprese e dei consumatori, ma anche per il difficile scenario politico. Tuttavia, nessuna azienda può vendere i propri prodotti al di sotto dei costi di produzione nel medio termine. Pertanto, non vediamo altra opzione che aumentare i prezzi ora, per continuare a offrire ai nostri clienti l’alta qualità e l’affidabilità dei nostri prodotti che si aspettano e che consente loro di operare in modo economico nel lungo periodo. Nel caso in cui i prezzi dei materiali dovessero diminuire in modo contrario alle aspettative, ciò si rifletterà sul calcolo dei prezzi e trasferiremo il vantaggio di costo ai nostri clienti.”

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