Un modello, lo Scania L 280, che parrebbe confinato alle applicazioni per le utility urbane, in particolare alla raccolta rifiuti, si rivela invece ideale, per comfort e rendimento, anche per la distribuzione a breve e medio raggio. È l’ennesima conferma della forza della Next generation Scania.

Scania L 280

Cabina ribassata come sinonimo di utility urbane. L’equazione ci sta, è convenzionalmente corretta. Parli infatti di cabina ribassata e l’associazione di pensiero più immediata porta all’attività di raccolta e trasporto rifiuti in città. Ebbene, con l’arrivo della Next gen non è più così. O meglio non è soltanto così. Scania ne ha infatti riscritto il significato, ampliando il raggio d’impiego e le possibilità di utilizzo di questa cabina, che nel vocabolario del Grifone è identificata come CL 20 L. Che a tutti gli effetti trattasi di una cabina P avanzata(di 550 millimetri), abbassata (di 200), con un pavimento, misurato, a soli 800 millimetri dal suolo con kneeling attivato (l’inchino di 100 millimetri è automatico inserendo il freno di stazionamento), e che grazie anche alla presenza di un maxi gradino di salita di 790 millimetri di larghezza (uno solo sull’L 280 provato da Vado e Torno, ma è prevista anche la configurazione a due gradini, con kneeling opzionale) facilita l’autista in quella ripetitiva azione che è l’accesso/discesa.

Scania L 280, davanti lo sbalzo va oltre i due metri

Il conseguente beneficio in termini di minore stress al termine di una giornata di lavoro è del tutto evidente. Peraltro, ben si combina con un livello di comfort a bordo in linea con la tradizione dei modelli Scania, quindi eccellente, nel caso specifico certamente favorito dall’adozione (peraltro inderogabile) delle sospensioni pneumatiche integrali (a due soffietti sull’asse di trazione), la cui azione riduce ai minimi termini l’inevitabile beccheggio indotto dai 2.030 millimetri dello sbalzo anteriore, più che dagli oltre due metri abbondanti di profondità dell’unica taglia (con tre altezze di tetto disponibili) prevista per questa cabina. E se certamente inusuale per un veicolo da distribuzione è la posizione di guida più bassa (che peraltro non limita l’orizzonte), vero è che un utile aiuto per una migliore visibilità arriva dalla vetratura nella porta lato passeggero. Anche sulla sicurezza, insomma, niente sconti.

Scania L 280

La meccanica

Lì sotto c’è tanta sostanza, dal cuore di 280 cv al cambio Opticruise, alle sospensioni pneumatiche davanti e dietro. La cabina, con quella testa bassa e avanzata che vuole farsi largo anche tra i modelli per la distribuzione, è certamente il segno distintivo e caratterizzante dello Scania L280. Ma non certamente l’unico meritevole di attenzione. Inedito è ad esempio l’allestimento, una furgonatura regolabile in altezza firmata dalla finlandese Fokor. Per il nostro Paese si tratta di una rarità che non fa passare inosservata la sagoma del due assi del Grifone, con i suoi oltre 10 metri di ingombro a determinare i quali contribuiscono i 2.030 millimetri dello sbalzo anteriore e i 2.800 di quello posteriore.

In regia il 5 cilindri da 9 litri solo Scr

Al centro dell’orchestra dello Scania L 280 c’è il cinque cilindri in linea Dc09. Si tratta del turbodiesel di 9,3 litri dall’efficienza garantita, direttamente derivato dal 6 in linea Dc13. Dotato di iniezione common rail Xpi (una chicca della tecnologia del Costruttore di Södertälje) e turbo a geometria fissa, raggiunge l’Euro 6 puntando tutto sulla tecnologia Scr, rinunciando a qualsiasi forma di Egr. Sul veicolo del nostro test è regolato nella potenza d’entrata delle tre (tutte funzionanti anche a Hvo) declinate sulla base di questa unità, ovvero il 280 cavalli (320 e 360 le altre due), che al pari del 340 cavalli è disponibile anche nella versione alimentata a metano compresso (Cng).

Scania L 280

C’è grande intesa con l’Opticruise sullo Scania L 280

A gestire potenza e coppia (142 chilogrammetri disponibili da mille a 1.350 giri) dello Scania L 280, c’è l’ormai immancabile cambio automatizzato Opticruise, sul nostro veicolo nella versione Grs 895 R, un 12 marce capace di svolgere il proprio compito in maniera impeccabile e precisa. E che ci sia naturale e perfetta intesa tra propulsore e cambio, non ci vuole molto a capirlo. Quand’anche sollecitata, l’orchestra svedese non cede mai alla stecca. Voce robusta e sicura, ottima progressione, a tutto vantaggio della guidabilità del mezzo, malgrado l’ingombro, davvero godibile.

 

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