Nederland, Rotterdam, 2008 Op de ECT terminal op de Maasvlakte worden containers door containerkranen en werknemers op en overgeslagen Foto; Freek van Arkel/Havenbedrijf Rotterdam

Brexit, crisi manifatturiera del Vecchio Continente e fallimento Hanjin hanno portato a un meno 1,9 per cento di traffico nei primi nove mesi del 2016. Non è un dato drammatico, ma il segno negativo è una novità per il porto di Rotterdam, il più importante scalo marittimo e il più vasto complesso di terminal container europeo.

Circa 350 milioni di tonnellate in meno transitate, un crollo che potrebbe assumere proporzioni ancora più pericolose soprattutto in seguito al collasso del gruppo coreano e al fermo delle sue gigantesche navi portacontainer.

Se la Brexit finora non ha portato a un calo del traffico Ro-Ro tra Rotterdam e la Gran Bretagna, è infatti assai meno rassicurante la stima delle conseguenze del caso Hanjin: il dato dei primi nove mesi 2016 nel movimento di container porta un calo solo dello 0,4 per cento, ma la sparizione degli oltre 15 mila container che le meganavi coreane sbarcavano e imbarcavano con cadenza settimanale nel porto olandese lasceranno di certo tracce pesanti sul bilancio di fine anno.

Quanto al calo del manifatturiero, c’è una crisi generalizzata di un po’ tutti i settori merceologici. Guidano però la pattuglia degli indici negativi carbone e minerale di ferro, quindi siderurgia giù.

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