Con una quota di mercato di e-truck importante sia in Europa che in Nord America, Volvo Trucks è un punto di riferimento nell’elettrificazione dei veicoli medi e pesanti. Tuttavia, la strategia complessiva del marchio svedese non trascura i combustibili rinnovabili o il biogas, con l’idrogeno sullo sfondo. Partendo dai dati di mercato, il Presidente di Volvo Trucks, Roger Alm, ha fatto con noi il punto sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri.

Roger Alm (Volvo Trucks): “Grande esperienza nei veicoli a zero emissioni”

Circa la metà dei camion elettrici venduti lo scorso anno in Europa sono Volvo. Possiamo dire che Volvo è quasi l’unica a costruirli e a consegnarli, o questo è dovuto alla strategia commerciale particolarmente aggressiva dell’azienda?

Non parlerò dei nostri concorrenti o di ciò che stanno facendo. Posso parlare dei nostri sviluppi e del perché lo stiamo facendo. Siamo concentrati sull’accordo di Parigi e sugli Science-based targets, ma crediamo anche nella filosofia della sostenibilità e delle emissioni zero, per ridurre l’inquinamento e consegnare alle prossime generazioni una situazione migliore di quella attuale e un mondo migliore in cui vivere.

Nel 2019 abbiamo iniziato la produzione in serie dei nostri primi camion elettrici, per poi sviluppare gli altri modelli. Oggi abbiamo sei modelli di camion in produzione di serie, e nel mese di maggio arriveremo a otto. Abbiamo quindi acquisito una grande esperienza e conoscenza dei veicoli a zero emissioni, non solo qui a Göteborg, ma anche nei vari mercati del mondo. I nostri concessionari, nonché molte officine sul campo, possono effettuare l’assistenza e le riparazioni sui veicoli elettrici. La nostra forza vendita è istruita, così come l’intera azienda è impegnata nella mobilità elettrica.

E per quanto riguarda la disponibilità dei veicoli?

Migliaia di camion Volvo sono al lavoro con i clienti e trasportano merci ogni giorno. Se sommiamo il numero di chilometri percorsi da tutti i nostri e-truck, si tratta di circa 35 milioni di chilometri, più o meno 900 giri intorno al mondo.

Volvo Trucks ha puntato molto sulla mobilità elettrica, anche se è stata lasciata una porta aperta sul gas. Con il Green Deal in frenata, visti anche i costi elevati, e con il prossimo Parlamento europeo molto probabilmente meno orientato verso la decarbonizzazione, quali saranno le priorità dell’azienda?

Spero che tutti si concentrino su un futuro più sostenibile e che le normative arrivino di conseguenza. Il settore dei trasporti, che rappresenta una parte importante nella questione delle emissioni di CO2, si adeguerà. Mi riferisco ad esempio alle tasse sulla CO2, che contribuiranno ad accelerare la trasformazione e a promuovere il passaggio a camion elettrici a batteria o a celle a combustibile, o anche ad adottare carburanti rinnovabili, ad esempio. È chiaro che tutti devono lavorare insieme: non soltanto i costruttori, ma anche i clienti, le istituzioni, i clienti finali e così via.

Per quanto riguarda le normative, dunque, non possiamo fare molto, ma dobbiamo prendere la legislazione per quello che è, e adattarci di conseguenza, cosa che abbiamo fatto finora. Pensiamo a ciò che è stato fatto con i diversi standard di emissione per i motori a combustione. Come costruttori, abbiamo investito in nuove tecnologie per soddisfare gli standard sulle emissioni nel modo più efficace possibile.

Dobbiamo quindi essere in grado di offrire soluzioni che riducano la CO2 in tutte le applicazioni e in tutti i mercati, non solo quelli più orientati alle emissioni zero. Per questo motivo stiamo sviluppando anche le nostre soluzioni per i veicoli con motore a combustione, con l’obiettivo di ridurre il consumo di carburante o di permettere ai nostri motori di essere alimentati con combustibili rinnovabili. Insomma, guardiamo allo sviluppo di soluzioni diverse. Il lavoro svolto in Europa con la nuova cabina Aero, in particolare, consente di ridurre i consumi del 5 per cento. E prima di questo siamo riusciti a ridurre enormemente l’impatto ambientale dei nostri camion già dal 2018.

Primi riscontri molto positivi sulla nuova gamma Aero

Ha menzionato la nuova gamma FH Aero. L’offerta di un nuovo motore a combustione sull’FH 16 potrebbe essere considerata una conferma del fatto che il diesel avrà ancora lunga vita?

Credo che sia un passaggio naturale nell’attuale trasformazione. Non stiamo cambiando la nostra strategia, ma la stiamo seguendo. Per arrivare allo zero netto dobbiamo affidarci a diverse soluzioni. Anche se riteniamo che la maggior parte dei volumi sarà realizzata con camion elettrici a batteria, questa non è l’unica soluzione praticabile. Avremo le celle a combustibile, poi l’idrogeno, o i motori a combustione che funzionano a biogas, o ancora qualcos’altro come i carburanti rinnovabili. Possiamo dire che si tratta di un approccio multi-tecnologico.

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Tornando alla gamma Aero, i primi riscontri sono molto positivi. Siamo molto orgogliosi del design del truck, ma anche delle caratteristiche di sicurezza e del consumo di carburante. Sono molte le cose positive di questo modello e i clienti stanno già ordinando la nuova gamma. Nutro grandi speranze per questa nuova release.

La delicata questione dell’elettrificazione nel lungo raggio

Vediamo che nel segmento dei furgoni, e anche in quello dei veicoli medi, l’elettrificazione è già realtà, o quasi. Nel lungo raggio, invece, le strategie dei vari costruttori per ridurre le emissioni sono piuttosto diversificate. Crede davvero nei camion elettrici anche per le applicazioni di lunga percorrenza?

Quando si parla di questo aspetto, dobbiamo analizzare i diversi segmenti e le autonomie richieste dagli operatori, La maggior parte dei camion non percorre così tanti chilometri come si pensa. Per le percorrenze più lunghe e le tratte internazionali, per esempio, le celle a combustibile potrebbero aiutare in futuro ad avere una maggiore autonomia.

Riteniamo che i camion elettrici a batteria possano essere adatti a circa il 40 per cento delle esigenze di trasporto, proprio perché molti dei camion non percorrono lunghissime distanze, ma piuttosto viaggi giornalieri o percorsi basati su chilometri limitati intorno alla città, trasporti regionali, urbani o percorsi da una città all’altra. Quindi, ci sono segmenti diversi con approcci diversi ai clienti che dobbiamo considerare quando parliamo di mobilità elettrica.

Lo standard Euro 7 dovrebbe entrare in vigore con modifiche significative rispetto alla prima proposta. Volvo è soddisfatta dell’attuale proposta?

Innanzitutto, direi che è positivo che tutti i produttori stiano lavorando per ridurre le emissioni di CO2. Questo è l’obiettivo principale e ci sono diversi modi per farlo. L’Euro 7 è uno di questi. In fin dei conti, vogliamo ridurre le emissioni di CO2 nel modo più rapido possibile. Dovrà poi essere chiaro ciò che dobbiamo fare come costruttori per soddisfare la legislazione della norma Euro 7.

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Avanti tutta sul progetto Milence

Insieme a Daimler e Traton, Volvo ha lanciato il progetto di infrastruttura di ricarica Milence. Alcuni sono scettici riguardo al progetto, e qualcuno di recente ha detto di “smettete di sognare” quando si parla di megawatt charging. Lei come risponde agli scettici?

Sappiamo tutti che la capacità di ricarica in Europa è limitata. È vero per l’Italia, per la Svezia, per tutti i Paesi europei. Forse il più grande punto interrogativo dal punto di vista dei clienti è dove possono caricare i loro camion elettrici a batteria. Naturalmente, dobbiamo costruire una densità di punti di ricarica che dovrebbe essere simile a quella che abbiamo oggi quando si tratta di stazioni di rifornimento. Milence è un modo per incrementare questa densità di punti di ricarica. La disponibilità di colonnine ad alta potenza è uno dei requisiti principali che i clienti chiedono nel considerare la possibilità di lavorare con i camion elettrici.

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