Il dibattito sulla gestione dei miliardi in arrivo con il Recovery Fund, espressione con cui viene comunemente indicato il pacchetto di aiuti europei Next Generation EU, sta infiammando i palazzi di potere e i mezzi di comunicazione. Al centro di un serrato tête-à-tête tra le forze di maggioranza per la sua effettiva ripartizione strutturale, il Recovery Plan rappresenta a tutti gli effetti l’occasione più importante per il rilancio di tutto il Sistema Paese nei prossimi anni, dopo la durissima batosta inflitta dalla crisi pandemica. Per quanto riguarda le priorità del settore dei trasporti, è scesa in campo Conftrasporto, una delle più grandi associazioni di categoria italiane, che per l’occasione ha stilato una propria ricetta per lo sfruttamento ottimale delle risorse in arrivo.

Recovery Plan

Recovery Plan, un’occasione storica per l’Italia

«L’efficace impiego delle risorse del Recovery Fund – esordisce la nota di Conftrasporto – rappresenta un’occasione unica, da non sprecare, per sostenere l’Economia nazionale, promuovere l’innovazione e lo sviluppo sostenibile, rimuovere alcuni deficit strutturali che penalizzano il Paese, a cominciare da quelli legati all’accessibilità e alla mobilità delle merci e delle persone».

Il dibattito sul Recovery Plan che sta interessando le forze di maggioranza per Conftrasporto è «fonte di preoccupazione, in quanto accresce le incertezze sugli effettivi sviluppi operativi che tale strumento strategico metterà a disposizione delle imprese».

Con le nuove bozze del Recovery Plan oltre 222 mld

A causa del serrato dibattito in corso a Roma, l’allocazione delle risorse in arrivo dall’Unione Europea è in effetti cambiata più volte negli ultimi giorni, in base a quanto si è potuto osservare dalla bozze che il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) guidato da Roberto Gualtieri sta preparando.

Innanzitutto stando a quanto riportato dal quotidiano Repubblica gli stanziamenti per il Recovery Plan sarebbero passati dagli iniziali 209 miliardi – la cifra più alta tra le varie nazioni europee – a poco più di 222 miliardi grazie al ricollocamento di risorse per quasi 21 miliardi contenute nel “Fondo per lo sviluppo e la coesione europeo”.

Le risorse per ogni settore

A beneficiare di questa nuova programmazione del Recovery Plan, stando sempre ai dati forniti da Repubblica, saranno la sanità (quasi 19,7 mld), la coesione sociale e il lavoro (ora a 27,6 mld), la ricerca e l’istruzione per tutti gli ordini e i gradi (quasi 28 mld) e le infrastrutture (poco meno di 32 mld).

Digitalizzazione e transizione verde, nonostante restino ai vertici della spese del Recovery Plan totalizzando insieme oltre il 70% degli interventi, perdono qualche miliardo in favore dei settori elencati precedentemente. In sostanza i miliardi per le politiche legate alla digitalizzazione del Paese sono passati dai 48,7 della vecchia bozza agli attuali 45,86, mentre per la transizione sostenibile si tratta di un decremento di poco meno di 6 mld (da 74,3 a 68,9).

La ricetta Conftrasporto

Per quanto riguarda gli operatori dei trasporti e della logistica i punti salienti del Recovery Plan sono proprio quelli legati agli ultimi due punti, quello della digitalizzazione, nonché quello legato alla transizione energetica. Punti su cui torna anche Conftrasporto-Confcommercio nel ribadire che i fondi dovranno fornire «sostegno per navi a ridotte emissioni nei settori dei traghetti e delle crociere», ma «anche per rilanciare la cantieristica italiana, rinnovo del parco dei veicoli industriali e commerciali, diffusione dei combustibili alternativi ed impiego dell’idrogeno nei trasporti via terra e via mare sono le priorità».

Ma non è dimenticare anche la componente infrastrutturale sulla quale, tra le altre cose, già i gestori stanno intervenendo con poderosi interventi di potenziamento e di messa in sicurezza. E sulla quale anche il Recovery Plan andrà ad impattare, con il potenziamento della rete intermodale, dei collegamenti tra Nord e Sud, della rete ferroviaria ad alta velocità nonché con la manutenzione di tutta la rete stradale e autostradale del Paese.

Su questo punto per Conftrasporto va dedicata grande attenzione agli effetti dei cambiamenti climatici sulle infrastrutture esistenti. «Gli effetti dell’innalzamento del livello del mare – sottolinea Conftrasporto – colpiscono in maniera evidente, già oggi, le nostre coste. È essenziale, pertanto, che le infrastrutture portuali del Paese siano adeguate per preservare operatività ed efficacia, anche nel prossimo futuro, quando gli effetti dell’innalzamento saranno ancora più marcati».

Infine l’associazione di categoria parte di Confcommercio «ritiene che Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (come viene definito il Recovery Plan in via ufficiale negli ambienti di Governo) per essere più efficace non dovrebbe privilegiare interventi che sarebbero comunque realizzati con risorse ordinarie dello Stato, ma definire un quadro, il più possibile condiviso, di misure addizionali, che sappiano imprimere al tessuto produttivo italiano l’atteso incremento di competitività».

In primo piano

Articoli correlati