Recovery Fund, 80 miliardi in 5 anni per la rivoluzione verde. Cingolani conferma la linea del Governo Draghi: l’obiettivo è la riduzione di CO2 del 60% entro il 2030
Grazie al Recovery Fund arriveranno 80 miliardi di euro nei prossimi cinque anni in progetti calibrati per imprimere una svolta decisiva alla transizione green, in vista degli obiettivi sulla riduzione delle emissioni del Green Deal Europeo. Lo ha ribadito il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in una serrata chiamata telefonica con John Kerry, l’Inviato […]
Grazie al Recovery Fund arriveranno 80 miliardi di euro nei prossimi cinque anni in progetti calibrati per imprimere una svolta decisiva alla transizione green, in vista degli obiettivi sulla riduzione delle emissioni del Green Deal Europeo. Lo ha ribadito il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in una serrata chiamata telefonica con John Kerry, l’Inviato Speciale per il Clima incaricato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, attualmente in Europa al termine di un tour che lo ha portato a Londra, Bruxelles e Parigi.
Recovery Fund, 80 mld in transizione verde nel solco del Green Deal Europeo
Obiettivi, quelli del Green Deal Europeo aggiornati nell’estate del 2020 e sempre più stringenti: se il 2050 rappresenta infatti la data cardine attorno a cui ruota tutto il progetto, con la neutralità climatica totale come obiettivo. Entro l’anno intermedio del 2030 l’asticella è stata spostata ancora più in alto, con il target del 60% di riduzioni di emissioni di CO2 rispetto ai livello del 1990.
Cingolani, in linea con lo spirito europeo, ambientalista e atlantico del nuovo Governo Draghi, ha anticipato a Kerry che “il piano di ripresa italiano allocherà 80 miliardi di euro in 5 anni in progetti verdi che riguardino una accelerazione della de-carbonizzazione, con riduzioni che potranno arrivare sicuramente al 55% puntando al 60% delle emissioni al 2030 grazie al Recovery Fund, massicci investimenti in nuove tecnologie, una forte spinta all’idrogeno verde e blu, una trasformazione radicale del settore dell’acciaio in senso sostenibile, scommessa su mobilità e trasporti sostenibili, stimolo all’autoproduzione di energia nel settore agricolo e accrescimento del contributo dell’agricoltura al contrasto del cambiamento climatico, rilancio della riforestazione quale strumento nell’ottica di carbon capture, varo di un ambizioso programma di monitoraggio delle criticità del Paese con un sistema innovativo di osservazione integrato tramite satelliti, droni e sensori a terra”.
Un approccio glocal per la protezione dell’ambiente
Il Ministro ha inoltre sottolineato la radicata tradizione di protezione dell’ambiente in Europa e in Italia, base per sviluppare ulteriormente la collaborazione con gli Stati Uniti al fine di accrescere l’ambizione globale: “L’approccio glocal – ha argomentato – induce a spingere per la presa di coscienza del legame tra azioni e sforzi locali da un lato e benefici globali dall’altro, elevando clima e ambiente a beni comuni riconosciuti universalmente, a beneficio di tutti e soprattutto delle future generazioni, in una logica di pianeta sano e di giusta transizione”.
Cingolani ha poi confermato l’esigenza di puntare all’adozione di raccomandazioni condivise per la ripresa sostenibile con un impegno a una determinata percentuale di spesa verde, sul modello e possibilmente nell’ammontare di EU Next Generation. Ha quindi confermato che l’Italia si è già dotata di una strategia a lungo termine per la neutralità climatica al 2050, dando appuntamento all’Inviato Speciale al G20 di Napoli e alla PRE COP di Milano.