Pugno duro nella UE: l’Est ha stufato col dumping
In teoria è il divieto che ha messo d’accordo tutta l’Europa, al punto che sarebbe in vigore in 19 Stati della Ue su 28 membri. E la si è fatta passare come la norma chiave contro il dumping sociale, ovvero l’arma finale per non vedere più gli autisti dell’Est costretti a bivaccare per mesi nelle […]
In teoria è il divieto che ha messo d’accordo tutta l’Europa, al punto che sarebbe in vigore in 19 Stati della Ue su 28 membri. E la si è fatta passare come la norma chiave contro il dumping sociale, ovvero l’arma finale per non vedere più gli autisti dell’Est costretti a bivaccare per mesi nelle cabine dei camion pur di effettuare trasporti nell’Ovest europeo a prezzi stracciati.
Anche l’Ovest europeo ha le sue regole…
In pratica, la norma prevede il formale divieto di trascorrere a bordo del proprio mezzo la pausa periodica (lunga, nella dizione comune) di 45 ore. Un inghippo legale che, imponendo di pernottare in albergo per due giorni, punta a frenare il cabotaggio illegale sfacciatamente praticato dalle aziende di Paesi come Polonia, Ungheria (i mitici bilici gialli di Waberer), Bulgaria e Romania. Per tacere delle Repubbliche baltiche.
Divieto che dai primi mesi del 2019 sarà in vigore pure in Spagna, ultimo grande paese della Ue a schierarsi sul tema. Dopo lunghi tentennamenti e pur continuando a non aderire alla Road Alliance che, dal gennaio 2017, vede Italia, Francia, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Norvegia e Svezia, a cui si sono poi aggiunte Svizzera e Grecia, con i Paesi Bassi in ‘osservazione’, combattere la battaglia contro il dumping dell’Est.
Troppi pochi controlli e i Paesi dell’Est non demordono
Ma ha cambiato davvero qualcosa il divieto? Difficile dirlo: prima di tutto perché il numero degli agenti dedicati ai controlli è sempre incredibilmente basso. E quindi è inutile minacciare sanzioni che poi, di fatto, nessuno mette in pratica. È comunque un primo passo, si potrebbe dire un deterrente, tanto poco gradito che i Paesi dell’Est hanno cercato di far cancellare la norma proprio in occasione della recente proposta di riforma del mercato dell’autotrasporto avanzata in quel di Bruxelles.