Porto di Trieste, i tedeschi di HHLA maggiori azionisti del nuovo hub logistico
Dalla Germania con furore. E non dalla Cina, come le indiscrezioni avevano lasciato inizialmente pensare, complice la road map sempre più serrata della nuova Via della Seta. Ora sarà un partner europeo, e precisamente tedesco, che investirà nella Piattaforma Logistica di Trieste (PLT): si tratta di HHLA, (Hamburger Hafen und Logistik AG) operatore terminalistico del […]
Dalla Germania con furore. E non dalla Cina, come le indiscrezioni avevano lasciato inizialmente pensare, complice la road map sempre più serrata della nuova Via della Seta. Ora sarà un partner europeo, e precisamente tedesco, che investirà nella Piattaforma Logistica di Trieste (PLT): si tratta di HHLA, (Hamburger Hafen und Logistik AG) operatore terminalistico del porto di Amburgo che ha siglato un accordo con i sociICOP e Francesco Parisi per entrare nel capitale di PLT. Lo stesso operatore tedesco che abbiamo già avuto modo di conoscere grazie al progetto del camion autonomo di MAN.
Si delinea così la creazione di un gruppo leader in Europa.
Gruppo in grado di sviluppare a Trieste un terminal a servizio del sistema mare-ferro dei paesi dell’Europa centro orientale. L’obiettivo strategico è integrare le reti logistiche e portuali del nord e sud Europa. Alla fine dell’anno, infatti, l’operatore tedesco sottoscriverà un aumento di capitale esclusivo, diventando il primo azionista di PLT.
Un accordo storico per il Porto di Trieste
La firma coincide con la fine dei lavori di costruzione della piattaforma logistica. Questa, rappresenta una delle più grandi opere marittime costruite in Italia negli ultimi 10 anni. Per l’occasione, è stata organizzata una cerimonia che si svolgerà proprio oggi, 30 settembre. Cerimonia alla presenza di Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, e di Angela Titzrath, CEO di HHLA.
Una società che è un vero colosso nel settore.
Attualmente, ha in corso investimenti in quattro terminal del porto di Amburgo, un terminal a Odessa in Ucraina e uno a Tallinn in Estonia.
“Questo è il traguardo atteso da decenni in cui nord e sud Europa fanno sintesi dal punto di vista portuale e strategico, in un’alleanza che unisce Italia e Germania“. Ha esordito così Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, a commento dello storico accordo. L’Authority giuliana nonostante non sia parte attiva dell’accordo, diventerà l’Ente che avrà il compito di verificare tutti gli step autorizzativi e attuativi che ne seguiranno.
Trieste, un bacino dalle tradizioni mitteleuropee
“Evidentemente Trieste, primo porto d’Italia per volumi totali e traffico ferroviario – prosegue D’Agostino – ha nel destino le sue radici storiche, con questo investimento sulla piattaforma logistica, ritrova appieno il bacino naturale di sbocco Centro-Nord europeo che già in passato ha fatto grande il porto franco. La più compiuta attuazione della Via della Seta non si esaurisce nella Belt And Road Initiative di impronta cinese.
“Mancava finora una visione forte da parte europea, capace di integrare e bilanciare punto di vista e interessi provenienti dall’Asia. Tale è il contributo strategico che viene oggi da Trieste, porto dall’animo internazionale come dimostrano i numerosi capitali stranieri già presenti, tra cui Turchia, Svizzera, Danimarca, Ungheria, solo per citarne i principali”.
La Piattaforma Logistica, uno snodo in continuo sviluppo
Con un investimento di oltre 150 milioni di euro, reso possibile dall’apporto finanziario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale per 99 milioni di euro, il progetto della Piattaforma Logistica è nato per rispondere al trend di crescita del traffico merci dello scalo giuliano.
L’integrazione della Piattaforma Logistica con le aree circostanti è stata ulteriormente rafforzata con la recente firma dell’Accordo di Programma del Ministero dello Sviluppo Economico, per l’attuazione del progetto di riconversione industriale e sviluppo produttivo nell’area della ferriera di Servola.
L’obiettivo è far nascere al posto della ferriera un polo logistico sostenibile a servizio del porto e dell’economia del territorio. In base all’accordo, gli anni previsti per la riconversione sono 5, con una suddivisione in 3 fasi distinte, e un valore di 98 milioni.
In un’ottica di sviluppo portuale, va rilevato che sull’ex area a caldo si svilupperà il raccordo ferroviario della stazione di Servola, che potrà accogliere treni completi da 750 metri, nonché uno snodo autostradale diretto sulla Grande viabilità. Vale a dire che saranno poste le basi per il successivo avvio dei lavori del Molo VIII, previsto dal Piano regolatore portuale approvato nel 2016.
Si tratta di un ulteriore investimento di oltre 400 milioni di euro, che rappresenterà uno degli sbocchi di lavoro più importanti per il territorio della Regione FVG, dando lavoro a circa 500 addetti.