Porto di Trieste, 2021 all’insegna del recupero: +2,23% di volumi totali, 55 mln di ton movimentate
Lo scalo friulano, inoltre, riconferma la forte vocazione intermodale: oltre il 50% dei container e il 41 % dei semirimorchi viaggiano verso l'Europa attraverso la ferrovia
Senza dubbio un 2021 da ricordare per il Porto di Trieste dopo le turbolenze dettate dalla crisi pandemica e dagli intoppi della supply chain globale: lo scalo friulano, in base ai dati rilasciati dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, ha infatti registrato un forte recupero rispetto al 2020, mettendo a segno + 2,23% sui volumi totali, con più di 55 milioni di tonnellate movimentate.
Inoltre, lo scalo giuliano è tra i leader in tema di sostenibilità su scala continentale: già oggi oltre il 50% dei container e il 41 % dei semirimorchi prendono le vie dell’Europa Centro-Orientale attraverso i servizi intermodali che quotidianamente partono e arrivano da/a Trieste. Una performance in totale controtendenza rispetto alla media italiana e di altri paesi europei, se si pensa che l’UE stabilisce di raggiungere per il traffico cargo ferroviario la soglia del 30% entro il 2030, e del 50% entro il 2050.
Tutti risultati che rimarcano la forza dell’operatività dello scalo, nonostante i numerosi e pesanti ostacoli apparsi lo scorso anno. Tra di essi, non possono essere sottovalutati gli effetti della perdurante pandemia e le manifestazioni no green pass davanti al varco IV che hanno limitato l’attività del porto nel mese di ottobre. Nonostante queste difficoltà, l’esito finale rimane largamente positivo e promettente.
Porto di Trieste, l’andamento dei settori merceologici
Prendendo in esame i settori merceologici, spicca il dato relativo al general cargo (Ro-Ro e container), in crescita del +8,19% con 17.363.451 tonnellate. Nel 2021, il comparto Ro-Ro ha confermato un andamento di crescita sostenuta (+25,57%), con 305.804 unità transitate, che indica il record storico assoluto: l’Autostrada del Mare con la Turchia ha raggiunto 763 toccate (+34%), rispetto alle 569 dell’anno precedente. Per quanto attiene il settore container, il 2021 sconta una flessione del -2,42% pari a 757.243 TEU movimentati.
Calo che, come anticipato, risale a molteplici fattori: pandemia, blocco di Suez, aumento dei noli, difficoltà nel reperimento di TEU vuoti e, ad ottobre, le manifestazioni. Concause che hanno inevitabilmente portato a ripercussioni negative sul traffico containerizzato. Nel merito, il decremento complessivo dipende in particolare dal terminal contenitori TMT (-5 %) con oltre 652.00 TEU movimentati; al contrario, il traffico container presente sulla linea dei ferry Ro-Ro da/per la Turchia ha registrato una variazione positiva del +25,76% con 104.769 TEU.
Il ruolo cruciale dell’intermodalità
Incoraggianti i dati del traffico via ferro: Trieste si conferma primo scalo ferroviario d’Italia con 9.304 treni manovrati nel 2021 (+15,13%). L’anno trascorso ci riserva anche un record sul singolo mese di dicembre per Adriafer: sono stati manovrati 783 treni, si tratta della miglior performance storica, considerando la serie dei singoli mesi di dicembre.
“Ringrazio i tantissimi lavoratori di Trieste e Monfalcone che hanno permesso di ottenere questi risultati in un anno particolarmente difficile – afferma il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino. “I dati ci restituiscono la fotografia di un sistema portuale dinamico, in continua trasformazione, sempre meno dipendente dalle rinfuse liquide e sempre più green. Siamo sul binario giusto soprattutto se guardiamo ai numeri del traffico ferroviario che assumono particolare rilevanza e appaiono pienamente coerenti con le linee guida in termini di sostenibilità adottate dall’UE”.