Il Porto di Rotterdam festeggia la fine del 2021 con un traguardo storico: per la prima volta nella storia dello scalo olandese è stata superata l’imponente soglia dei 15 milioni di TEU movimentati (ovvero 20 piedi, l’unità di misura standard utilizzata nel mondo marittimo per indicare un container). Un risultato epocale a cui segue, se si considera che il Porto di Rotterdam è il primo del Vecchio Continente per volumi di merce movimentate, un altro importante record: è infatti la prima volta in assoluto che in Europa un porto riesce a superare l’iconica barriera dei 15 milioni di container movimentati. Ed è record anche per la tratta ferroviaria di trasporto merci con l’Austria: il convoglio Wolfurt-Rotterdam ha movimentato 18.500 TEU nel 2021, con un incremento del +170% rispetto agli inizi.

Porto di Rotterdam, un nuovo traguardo

Un obiettivo senza precedenti che, in un colpo solo, relega al lontano passato le turbolenze degli anni scorsi, registrate soprattutto nel 2016 dopo il fallimento Hanjin, una delle più grandi compagnie commerciali coreane che effettuava scali settimanali con le sue portacontainer e, più recentemente, la crisi della supply chain globale legata alla pandemia. Anche se la movimentazione di container nel mondo ha subito un calo a causa dell’epidemia il Porto di Rotterdam, ha commentato in una nota, a partire dall’autunno 2020 ha visto una rapida ripresa.

Ma che il Porto di Rotterdam fosse in grado di reagire in modo deciso, mettendo in mostra una straordinaria resilienza, lo si era già visto nel 2017, quando il balzo in avanti dei container movimentati rispetto al rosso dell’anno prima era arrivato a +10,9% (13,7 milioni di TEU), seguito dall’incremento dell’1,3 per cento del tonnellaggio, salito in quell’anno a 467 milioni. Un anno, il 2017, in cui anche gli investimenti nelle infrastrutture portuali (banchine, ponti, ferrovie, tecnologie ecc) subirono una brusca impennata.

Aumenta il volume TEU. Ma non il tonnellaggio delle merci spostate

Quando si parla di volume di TEU, i primi nove mesi del 2021 hanno infatti visto una crescita del 7,8%, trainata dalle spese dei consumatori e dal rimbalzo dei pil nazionali, in aumento praticamente ovunque (quello italiano, a titolo esemplificativo, secondo la Commissione Europea si è attestato intorno al +6,2% nel 2021, e quasi al 4,3% nel 2022). Nonostante le interruzioni della supply chain (subentrate con il blocco del canale di Suez per l’incagliamento della portacontainer o lo stop dei porti cinesi per il covid), la pressione sulla logistica globale resta quindi alta.

Ma all’aumento dei container movimentati non è seguito di pari passo anche l’aumento del tonnellaggio delle merci. In sostanza, in termini di volume TEU, il trasbordo è cresciuto più velocemente che in termini di tonnellaggio. Secondo il Porto di Rotterdam le ragioni sono due. Da una parte, e in misura minore, ha pesato l’aumento del trasbordo di container vuoti. Ma l’effetto maggiore potrebbe essere attribuito ad un forte calo del peso medio dei container pieni. I prezzi dei trasporti sono aumentati fortemente negli ultimi trimestri. Di conseguenza, il trasporto di merci relativamente pesanti e di basso valore è diminuito. Questo effetto è stato più evidente per i container d’esportazione, ma si è potuto vedere anche sul lato dell’importazione.

Ma gli entusiasmi per il record raggiunto allo scalo olandese sono stati subito frenati da Emile Hoogsteden, direttore commerciale della Port of Rotterdam Authority: la congestione dei terminal, saturi per gli ingorghi della supply chain globale di cui si parlava prima, proseguiranno anche nel prossimo anno. “Nel 2022 ci aspettiamo che l’estrema congestione dei terminal container di Rotterdam continui. Questo perché la flotta internazionale di navi portacontainer e la capacità dei terminal non stanno crescendo ad un ritmo commisurato alla domanda”, ha sottolineato Hoogsteden. “L’Autorità Portuale continuerà a sottolineare e incoraggiare l’importanza della digitalizzazione, della cooperazione e della condivisione dei dati per fornire una risposta migliore alla pressione globale sulla catena logistica – ora e in futuro”, ha infine concluso.

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