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Francia e Germania, dopo Belgio e Austria, sono entrate nel mirino della Commissione Ue per aver fatto leggi contro la concorrenza sleale degli autisti dell’Est. L’Italia non ha ancora emanato un provvedimento contro il dumping sociale e le aziende che hanno aperto filiali in Croazia piuttosto che in Romania per abbattere i costi e la burocrazia sono parecchie.

«Uno dei temi importanti dell’autotrasporto in questi anni è proprio l’esodo di molte aziende verso i paesi dell’Est, dove i costi sono più bassi. Anche se paesi come Germania, Francia e Spagna oggi rischiano di avere costi migliori dei nostri. Abbiamo quindi perso un 20-30 per cento di potenzialità di mercato», esordisce Franco Fenoglio, Presidente della sezione veicoli industrali di UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e ad Scania Italia.

Con un mercato truck che sembra aver toccato il fondo nel 2014 (12 mila pezzi) e che quest’anno dovrebbe risalire a 15 mila, comunque più che dimezzato rispetto ai 33 mila pezzi del 2007, Unrae si muove dunque per evidenziare le criticità. «Ma stiamo lavorando anche sul discorso ambiente», prosegue Fenoglio, «Abbiamo il parco circolante più vecchio d’Europa con veicoli che hanno dai 10 ai 15 anni con punte che arrivano a 20, mentre nel resto d’Europa siamo a 7-8 anni. Sul piano ambientale abbiamo un problema. Il 78 per cento del nostro circolante è ante Euro 4 e solo un 2,5-3 per cento di veicoli è Euro 6. Il Governo ha deciso di non rimborsare più le accise agli Euro 1 e 2. Bisognerà farlo anche per gli Euro 3 e 4 per accelerare il ricambio dei veicoli. Non chiediamo incentivi perché non è così che si aiuta il settore, ma provvedimenti strutturali. Senza contare i benefici in tema sicurezza. Oggi il camion è molto più avanzato dell’auto grazie alle regole europee in vigore dal 2014».

Ma è sul tema autista che Fenoglio punta molto: «Nessuno ne parla se non in caso d’incidente e quasi è visto come un male necessario. Invece è una professione molto importante. Mai vorremmo sull’aereo un pilota che non abbia la capacità professionale. Abbiamo quindi proposto al Governo un ‘Progetto autisti’ per migliorare l’appeal del mestiere, coinvolgendo anche l’Albo in una campagna che faccia capire il livello dell’impegno e dei veicoli che si vanno a guidare. Passando dalle scuole per promuovere l’occupazione giovanile oltre i 21 anni e dalle autoscuole. Per diventare autista ci vogliono dai 4 ai 5 mila euro. Servono incentivi per avvicinare i ragazzi alla professione, stage presso le aziende e veicoli di ultima generazione nelle autoscuole per far vedere ai giovani le macchine altamente tecnologiche che andranno a guidare».

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