Pacchetto trasporti, firmato l’accordo prima di Natale
L’incontro a tre del 12-13 dicembre a Strasburgo tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea era partito sotto i peggiori auspici per le nuove norme sull’autotrasporto. Da un lato i Paesi dell’Europa centrale, con Francia e Germania in testa, a contestarne l’eccessiva permissività e il rischio di dumping sociale selvaggio. Dall’altro i Paesi dell’Est, che annunciavano […]
L’incontro a tre del 12-13 dicembre a Strasburgo tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea era partito sotto i peggiori auspici per le nuove norme sull’autotrasporto. Da un lato i Paesi dell’Europa centrale, con Francia e Germania in testa, a contestarne l’eccessiva permissività e il rischio di dumping sociale selvaggio. Dall’altro i Paesi dell’Est, che annunciavano ricorsi alla Corte di giustizia.
Ma la lunga seduta notturna ha invece parorito la bozza d’accordo che, in attesa del recepimento da parte dei singoli governi, pare soddisfare tutti. Tre i cardini: prima di tutto l’obbligo di cronotachigrafo ai mezzi da 2,5 tonnellate in su utilizzati per trasporto internazionale di merci, azzerando di fatto la concorrenza sleale dei furgoni-missile.
Un argine contro il dumping selvaggio
Nuovi limiti pure per il cabotaggio internazionale: massimo di 3 operazioni in 7 giorni in un Paese diverso da quello di immatricolazione, seguite dal cosiddetto ‘raffreddamento’ per cui il camion deve uscire dal paese in cui ha operato e non può rientrare prima di 4 giorni. Inoltre, obbligo di rientro nel Paese di immatricolazione almeno ogni otto settimane. Il tutto controllato dai nuovi tachigrafi con Gps.
Da ultimo, restano il divieto di stare in cabina per il riposo settimanale lungo (45 ore) e l’obbligo di rientro dell’autista al Paese di residenza ogni 4 settimane, a prescindere dal luogo in cui si trova il camion. Un verbale a parte ipotizza che in futuro possano essere previsti due riposi settimanali di 24 ore consecutive in sostituzione di quello da 45 ore.