Obbligo vaccinale per lavoratori, Conftrasporto: «nei trasporti rischio concorrenza sleale delle imprese straniere in Italia»
L'associazione di categoria lancia l'allarme: l'obbligo vaccinale può creare storture per i camionisti italiani. Uggè: "Chi entra in Italia deve produrre il certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione”
La possibilità dell’introduzione dell’obbligo vaccinale anche per il mondo del lavoro privato sta facendo passare sonni poco tranquilli all’attuale Governo, che è alle prese con esigenze discordanti da parte dei partiti di maggioranza che lo sostengono: se il PD infatti preme per l’introduzione dell’obbligo, Lega e M5S sono di tutt’altra opinione. Il giorno decisivo, in tal senso, sarà il 5 gennaio. E nel frattempo Conftrasporto, come era già accaduto per l’introduzione del green pass nel mondo del lavoro privato la scorsa estate, avverte: il rischio di concorrenza sleale delle imprese straniere nel nostro paese resta alto.
Conftrasporto lancia l’allarme sull’obbligo vaccinale nel mondo dei trasporti
“Vaccino obbligatorio per i lavoratori? Ben venga – i vaccini sono la conditio sine qua non per un ritorno alla normalità – ma non si aprano strade a una situazione di disparità tra i lavoratori italiani e quelli che provengono dall’estero: l’obbligo solo per i primi sarebbe una ‘tafazzata’ a tutto vantaggio delle imprese straniere”. A dirlo è il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, che aggiunge: “Chi entra in Italia deve produrre il certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione. La regola deve essere applicata a tutti”.
“Conftrasporto da tempo si è schierata per l’unica strada che pare essere possibile per fronteggiare la nuova esplosione di casi di contagi – specifica Uggè – Parlo della vaccinazione, che deve consentire il proseguimento della vita normale sia lavorativa che sociale solo a coloro che sono vaccinati o guariti dal virus. Solo con la certezza di norme applicabili a tutti si può superare un clima di ansia e incertezza nel quale siamo tutti immersi”.
“Nessuno però pensi di introdurre diversificazioni di trattamento nelle attività di trasporto – avverte il presidente di Conftrasporto – Non si ripeta che gli operatori esteri nel nostro Paese possano essere esonerati dall’obbligo del vaccino. Chi entra in Italia deve produrre il certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione”.
Le possibili conseguenze
Uggè poi entra nel dettaglio per spiegare quali potrebbero essere le conseguenze concrete di un trattamento ‘diversificato’. “Non può accadere che ai camionisti esteri siano applicate norme che di fatto consentano la possibilità di effettuare operazioni di carico e scarico, senza essere vaccinati, e alle imprese italiane e ai loro conducenti si ponga il vaccino come condizione per poter operare”.
“Questo non sarà accettato passivamente da Conftrasporto. Nessuno si nasconda dietro a fantomatiche normative europee, penalizzando così lavoratori e imprese nazionali”, avverte Uggè. “Parità di normative e di trattamento, dunque, o questa volta potranno innescarsi reazioni, anche incontrollate”, conclude il presidente di Conftrasporto.