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D’accordo, non è un furgone, ma il desiderio e la curiosità di misurare anche un veicolo concettualmente differente dai classici van (quale appunto è il Navara, ultima generazione del pick-up Nissan) sul percorso di Vado e Torno tradizionalmente riservato ai commerciali, era troppo forte per lasciarsi sfuggire l’occasione.

E non si trattava affatto di una forzatura. D’altronde, pur nell’eleganza che lo caratterizza, e riconoscendone il coinvolgente fascino sottolineato dai tratti decisi quanto ben armonizzati tra loro, il Navara, erede di una fortunata tradizione Nissan nei pick-up rimane pur sempre un veicolo da lavoro. È vero, nella versione Teckna -quella cioè al top tra i quattro livelli di allestimento disponibili (Visia, Acenta e N-Connecta gli altri tre)- messa sotto esame nel nostro test, esclusiva finché si vuole, ma sempre veicolo omologato per trasporto di cose si tratta.

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In fondo, è proprio in questa necessaria premessa che stanno le qualità del pick-up nipponico (ma pensato per la clientela europea, progettato presso il Centro Tecnico Nissan di Barcellona e prodotto proprio nella fabbrica della città spagnola). Appunto un veicolo con la classica personalità di un crossover, che si guida come il più sportivo dei Suv, ma che non dimentica il suo status di lavoratore capace di districarsi con abilità e disinvoltura tanto sui percorsi off-road (grazie alla trazione integrale inseribile anche in marcia), così come nei tragitti urbani ed extaurbani.

Nissan Navara non passa inosservato. Il suo aspetto è imponente, le linee ingentilite rispetto al precedente modello. In particolare nel frontale, dominato dal paraurti in tinta e dalla griglia a tre barre orizzontali che integra il logo del marchio e visivamente ben si armonizza con i gruppi ottici a forma di boomerang (nella versione Tekna con fari a Led integrali, luci diurne e lavafari). Ad accentuare la sensazione di robustezza, i parafanghi pronunciati e un’elegante nervatura che collega il frontale con le porte anteriori.

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