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Prima l’illusione dell’acquisizione di Artoni da parte di Fercam. Poi la parziale retromarcia di Fercam tesa a rilevare solo 22 delle 38 filiali. Infine la doccia fredda.

La sentenza arriva dell’ad Fercam

«La fusione tra Artoni e Fercam non si farà», ha affermato Thomas Baumgartner, ad Fercam, gettando nello sconforto i 560 dipendenti e i circa «3 mila trasportatori mono veicolari e non che attendono da agosto 2016 i pagamenti», come ha scritto il presidente Unatras, Amedeo Genedani. Che poi incalza:«Pagamenti che rischiano di diventare causa di fallimenti/crisi aziendali. Rivolgo quindi un appello a Governo e Sindacati per una soluzione che tuteli i posti di lavoro e non penalizzi le tante imprese artigiane che collaborano con Artoni».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cinzia Franchini, presidente Cna-Fita. A oggi resta però in piedi solo l’ipotesi di un accordo minimale: Fercam potrebbe acquisire una parte di Artoni, con circa 150 dipendenti su 560. Se andasse in porto, si tratterebbe di capire il destino dei restanti 400, oltre che di gran parte dell’indotto.

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