Nel 2020 sono andati perduti 26.000 veicoli commerciali. Un anno difficile, nonostante la ripresa
Sono positivi da ormai qualche mese i dati sulle vendite di veicoli commerciali che UNRAE pubblica abitualmente basandosi sulle immatricolazioni fornite dal Mit. Ma, nonostante la ripresa galoppante, è parso impossibile quasi sin da subito mettere un freno alla caduta rovinosa causata dal primo lockdown, con un calo del 90% ad aprile e il blocco […]
Sono positivi da ormai qualche mese i dati sulle vendite di veicoli commerciali che UNRAE pubblica abitualmente basandosi sulle immatricolazioni fornite dal Mit. Ma, nonostante la ripresa galoppante, è parso impossibile quasi sin da subito mettere un freno alla caduta rovinosa causata dal primo lockdown, con un calo del 90% ad aprile e il blocco quasi totale delle vendite e degli spostamenti.
Stando dunque ai dati UNRAE le immatricolazioni di veicoli commerciali con ptt fino alle 3,5 ton a novembre sono state 18.187 rispetto alle 16.540 dello stesso periodo 2019, con una crescita del 10%. Ma il cumulato dei primi undici mesi scotta un prezzo altissimo rispetto allo scorso con decine di migliaia di veicoli evaporati. Infatti la flessione si attesta comunque sul 15,6% con 142.310 veicoli complessivamente immatricolati, perdendo oltre 26.000 unità rispetto alle 168.642 del gennaio-novembre 2019.
Veicoli commerciali: bene novembre, ma il 2020 si conferma uno dei peggiori anni di sempre
«Nonostante l’incremento dell’e-commerce e delle consegne a domicilio – commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere Crisci – che hanno fornito un contributo alla domanda dei veicoli commerciali leggeri, come visibile dal recupero dei furgoni, la flessione in termini annui resta consistente e in doppia cifra. I cassoni, che insieme ai furgoni coprono oltre l’80% delle vendite, essendo legati alla frenata degli investimenti di industria e costruzioni, dovrebbero evidenziare la perdita maggiore fra le carrozzerie a fine 2020».
«Una contrazione così sostenuta del mercato dei veicoli da lavoro – conclude il Presidente – continuerà inevitabilmente a rallentare il necessario processo di rinnovo del nostro parco circolante ancora molto anziano che, ai ritmi attuali, impiegherebbe 24 anni per essere interamente sostituito»
Nel 2020 calano tutti i canali di vendita. Privati, società e noleggio: non si salva nessuno
L’analisi della struttura del mercato dei primi 10 mesi (con dati ancora suscettibili di leggeri aggiustamenti nei prossimi due mesi, a causa dei ritardi di immatricolazione) indica un’attenuazione delle flessioni a doppia cifra di tutti i canali di vendita. I privati flettono del 14,4% nei 10 mesi, con una quota che acquisisce poco più di 1 punto percentuale, raggiungendo il 22,2% del totale.
Il noleggio, al 31,2% di rappresentatività, recupera tre decimali rispetto al gennaio-ottobre 2019, con una flessione in volume del 17,8%, determinata dal calo del 30,3% del breve termine, dalla riduzione del 14,8% del lungo termine (la parte più significativa del noleggio degli autocarri) e dalla flessione del 18,4% delle autoimmatricolazioni uso noleggio effettuate da Concessionari e Case auto.
Le società, con oltre 15.000 immatricolazioni perse nei 10 mesi, scendono ad una quota del 46,6% (-1,4 p.p.). Forti flessioni a doppia cifra caratterizzano le motorizzazioni tradizionali, il Gpl e il metano: il motore a benzina perde 1,5 punti scendendo al 3,5% di quota, il Gpl – dimezzando i volumi immatricolati – si ferma all’1,3% ed il metano al 3,1% del totale (-0,3 p.p.). I veicoli diesel mantengono la quota dell’88,5% del mercato e gli elettrici si confermano sullo 0,7% di rappresentatività. Forti crescite interessano, invece, i veicoli ibridi al 2,9% di quota dallo 0,3% di un anno fa. Sostanzialmente stabile la CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5t che in gennaioottobre si posiziona a 162,7 g/km rispetto ai 162,4 dello stesso periodo 2019.