Motus-E presenta oggi alla fiera Key Energy di Rimini l’ultimo dei suoi interessanti studi sull’elettrificazione del trasporto in Italia, e in particolare sullo sviluppo dell’infrastruttura pubblica di ricarica. Secondo l’associazione, ad oggi sono quasi 65.000 (per la precisione 64.391) le colonnine pubbliche presenti nel nostro paese (dati riferiti al 31/12/2024).

Motus-E mappa le colonnine pubbliche presenti in Italia

Nel corso del 2024 sono stati installati 13.713 nuovi punti di ricarica, in aumento del 27% circa rispetto all’anno precedente. Insieme al numero totale delle colonnine, secondo Motus-E aumenta anche l’incidenza di quelle a più alta potenza: il 47% dei punti installati nel 2024 è di tipo veloce e ultraveloce, segnando un record assoluto (lo scorso anno rappresentavano il 22% delle nuove installazioni).

Guardando alla distribuzione regionale dei punti di ricarica, la Lombardia si conferma la prima Regione per punti di ricarica (12.926), davanti a Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). Lombardia in testa anche per crescita dell’infrastruttura nel 2024, con 3.531 nuovi punti di ricarica installati, seguita dal Lazio (+2.258), Piemonte (+982), Veneto (+966) e Sicilia (+945).

Tra le città, Roma è quella che conta più punti di ricarica installati (3.117), seconda piazza per Milano (1.400) e terza per Napoli (1.235). La classifica cambia però se consideriamo il numero di punti di ricarica per km² di superficie, con Napoli sul gradino più alto del podio.

Il commento del presidente, Fabio Pressi

“Grazie all’impegno degli operatori il processo di infrastrutturazione del Paese procede spedito ma c’è ancora un importante lavoro da fare per aumentare la capillarità in alcune aree, specialmente nel Mezzogiorno, dove la limitata penetrazione dei veicoli elettrici non agevola i grandi investimenti richiesti, in particolar modo per le colonnine ad alta potenza”, ha commentato il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, auspicando che in quest’ottica “vengano estesi i termini per l’utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l’impiego e supportare la crescita dell’infrastruttura nelle zone meno coperte”.

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