Mondadori e CEVA Logistics, rinnovata la partnership. Però l’editoria è in difficoltà
CEVA Logistics ha ulteriormente ampliato la propria posizione di leader di mercato nella logistica dei libri in Italia attraverso il rinnovo del contratto con il Gruppo Mondadori, primo editore italiano di libri e magazine. Rinnovo della partnership già esistente con Mondadori per ulteriori cinque anni Il nuovo contratto tra il Gruppo Mondadori e CEVA […]
CEVA Logistics ha ulteriormente ampliato la propria posizione di leader di mercato nella logistica dei libri in Italia attraverso il rinnovo del contratto con il Gruppo Mondadori, primo editore italiano di libri e magazine.
Rinnovo della partnership già esistente con Mondadori per ulteriori cinque anni
Il nuovo contratto tra il Gruppo Mondadori e CEVA Logistics prolunga per altri cinque anni la partnership avviata nel Maggio 2017, che prevede la concentrazione delle attività logistiche sotto la direzione di CEVA tra Stradella e Verona.
CEVA continuerà a distribuire per conto del Gruppo Mondadori circa 65 milioni di copie all’anno e a movimentare circa 340.000 titoli all’anno. Si tratta di un’eccezionale lavoro di squadra, guidato da un obiettivo comune, per Christophe Boustouller, Amministratore Delegato di CEVA Logistica Italia che ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi di aver portato a termine il rinnovo del contratto con Mondadori e ringraziamo Ernesto Mauri, Amministratore Delegato del Gruppo Mondadori, per questa operazione. Questa storia di successo è la prova concreta che CEVA è uno dei principali attori della logistica italiana.”
Il settore editoriale, faro di cultura e pluralità, non venga lasciato solo
Il settore dell’editoria, dall’indotto annuale di più di 3 miliardi di euro, è uno dei più colpiti dall’epidemia e dalle conseguenti misure restrittive adottate per arginare i contagi. “La condizione di estrema difficoltà che sta vivendo la nostra economia a causa dell’emergenza Covid-19 ha già messo letteralmente in ginocchio l’intera filiera del libro: gli autori, i traduttori, gli agenti editoriali, gli editori, i tipografi, i promotori, i distributori, i grafici, i trasportatori, i librai, non sono tenuti in conto delle recenti normative straordinarie prese dal Governo”. Queste le parole di Diego Guida, presidente del Gruppo Piccoli Editori e vicepresidente di AIE (Associazione Italiana Editori), che fotografano la drammatica situazione.
Secondo le stime degli editori saranno più di 23.000 i titoli che quest’anno, a causa dell’emergenza, non troveranno spazio sugli scaffali, ovvero quasi il 30% dell’intera produzione editoriale italiana. Con un crollo delle vendite a marzo pari al 75%, ormai il 98% degli editori “valuta il danno come significativo o drammatico per l’intera filiera”.
“Per la prima volta nella nostra storia abbiamo bisogno di un concreto aiuto pubblico, lo stesso che da anni lo Stato assicura ad altri comparti quale il cinema – prosegue Guida. “Chiediamo innanzitutto di voler introdurre nel nuovo decreto il comparto dell’editoria libraria tra le categorie da tutelare, prevedendo anche per noi il rinvio del pagamento dei versamenti fiscali e contributivi”. Un rinvio che, stando alle parole di Guida, deve essere accompagnato da altre misure assistenziali come l’attivazione di risorse straordinarie per le biblioteche pubbliche o l’adeguato finanziamento della “Carta Libri” per le famiglie in difficoltà.
Una situazione complicatissima, rimarcata dal drammatico appello di Ricardo Franco Levi, presidente dell’AIE: “Ogni editore, grande o piccolo che sia, che rischiamo di perdere con questa crisi, sarà una voce in meno nel dibattito culturale e democratico del Paese. Il Governo faccia presto oppure il danno per la nostra cultura sarà irreparabile”.