La trasformazione del (ex) Ministero dei Trasporti prosegue a tappe serrate, in linea con il taglio spiccatamente ecologico e sostenibile che il nuovo Governo Draghi ha dato alle sfide che aspettano l’Italia nei prossimi anni, prima fra tutte quella delle gestione della risorse del Ricovery Fund post pandemico (la cui stima, di 191,5 miliardi di euro, stando a quanto dichiarato dal Ministro dell’Economia Franco, è leggermente inferiore rispetto alle stime iniziali di gennaio). In Gazzetta Ufficiale è infatti stato pubblicato l’ultimo DPCM con il quale, oltre alle nuove misure per contenere la diffusione dei contagi – purtroppo ripresi drammaticamente a salire -, si è dato il via alla nuova organizzazione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) voluta prima di tutto dal neoministro Giovannini, per potenziare la capacità operativa e programmatica del dicastero, chiamato a realizzare infrastrutture e sistemi a rete sostenibili. Il regolamento prevede la creazione di un nuovo dipartimento che si aggiunge ai due precedenti e al Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera.

MIMS

MIMS, la trasformazione procede a tappe serrate: tre dipartimenti previsti

Il Ministero avrà quindi tre dipartimenti. Il primo assume le competenze di programmazione e gestione delle infrastrutture e dei sistemi a rete (es. trasporti), alle quali si aggiungono quelle relative ai sistemi informativi, cruciali per monitorare tempestivamente la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture, degli investimenti nel settore dei trasporti, delle reti idriche, dell’edilizia pubblica, ecc. Parallelamente, la rivoluzione digitale dovrà entrare nella progettazione e nella gestione di ponti, strade, edifici, dighe attraverso sensori e sistemi per la manutenzione “predittiva”, così da aumentare la sicurezza dei cittadini e la competitività del sistema economico.

Il secondo dipartimento del Mims si occupa di opere pubbliche e di altri progetti di grande rilievo per la qualità della vita delle persone e per favorire il superamento dei divari territoriali esistenti nel nostro Paese: dai programmi di edilizia pubblica e rigenerazione urbana (come quello sulla “qualità dell’abitare”) all’ammodernamento e potenziamento delle reti idriche, attività fondamentali anche per contrastare gli effetti della crisi climatica. Questo dipartimento sovrintende anche al funzionamento dei provveditorati interregionali per le opere pubbliche e provvede alla gestione delle risorse umane e strumentali.

MIMS

 

Il terzo dipartimento ha competenza sulle diverse articolazioni del sistema dei trasporti (stradale, ferroviario, aereo, il trasporto pubblico locale, i porti e gli aeroporti), da cui dipende la realizzazione della mobilità sostenibile e il miglioramento della capacità del “Sistema Paese” di competere sul piano economico a livello europeo e internazionale.

 

Giovannini: “opportunità per attuare l’indirizzo strategico sancito dal nuovo nome”. Nel solco del PNRR

Da segnalare, inoltre, il rafforzamento nel Ministero della funzione di controllo interno, con la creazione di una struttura organizzativa dedicata al controllo di gestione, di regolarità contabile, di legittimità amministrativa, di vigilanza sulla regolarità delle società partecipate o controllate. L’Ufficio avrà anche funzioni di prevenzione e repressione dell’illegalità, per quanto di competenza del Ministero, e il dirigente preposto sarà anche responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione.

“La nuova organizzazione, che diventerà operativa tra poche settimane, è un’opportunità per attuare subito l’indirizzo strategico sancito dal nuovo nome del Ministero”, sottolinea il Ministro Enrico Giovannini. “È inoltre coerente con l’approccio di programmazione a medio termine e di integrazione tra le diverse dimensioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza relative alle infrastrutture e alla mobilità sostenibili”. L’attuale organizzazione potrà, nel prossimo futuro, subire marginali modifiche per recepire le linee programmatiche del Governo in materia di sviluppo sostenibile, come previsto dal citato Decreto-legge di riordino dei ministeri.

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