Metano, senza misure tempestive a rischio 20mila posti di lavoro con il caro prezzi
Le associazioni di categoria lanciano l'allarme per un settore che, su 1 milione di veicoli circolanti in Italia, conta quasi 10.000 mezzi pesanti, tra camion e bus
Oltre 20mila posti di lavoro a rischio, numerose imprese in difficoltà, per un settore che in Italia conta oltre 1 milione di veicoli a gas naturale circolanti (di cui circa 2000 camion a CNG, 3800 a LNG e 5000 autobus), nonché 1500 stazioni di rifornimento, di cui 110 di LNG, e un 30% di metano utilizzato di origine bio. Per non parlare degli inciampi a cui la transizione energetica del mondo dei trasporti, per cui ad oggi il metano rappresenta l’unica soluzione disponibile realmente sostenibile su larga scala, sta andando incontro.
Sono drammatici i dati enumerati dalle principali associazioni di categoria di settore – Federmetano, Assogasmetano e NGV Italy – nelle lettera inviata al Governo e indirizzata al premier Draghi, al Ministro del Mise Giorgetti e a quello della transizione ecologica Cingolani. E la situazione è talmente delicata che le suddette sigle hanno chiesto urgentemente alle istituzioni l’apertura di un tavolo tecnico per arginare i danni che, a cascata, si stanno riversando sulle imprese e sui cittadini che hanno scelto di investire sul metano.
Metano, serve un tavolo tecnico per affrontare le problematiche del settore
L’obiettivo, si legge nella nota di Federmetano, Assogasmetano e NGV Italy, è consentire a Istituzioni e operatori della filiera di concertare un percorso condiviso per superare l’emergenza attuale dovuta all’andamento del prezzo del gas naturale e per attuare un programma di valorizzazione della mobilità a metano, in particolare rinnovabile, come strumento già oggi disponibile, ma da potenziare, per una decarbonizzazione dei trasporti immediatamente fruibile ed economicamente sostenibile.
La rete di distribuzione, realizzata in decenni di investimenti e sviluppatasi notevolmente negli ultimi anni grazie alla Direttiva DAFI e alla sua attuazione nazionale, e tutto il settore industriale che a essa è collegato stanno già subendo danni ingenti e, in diversi casi, rischiano di non sopravvivere a questo aumento incontrollato del prezzo del gas. Nella nota viene sottolineato che il gas naturale per autotrazione (CNG/LNG) opera nel mercato dei carburanti e, come tale, ne segue le regole di concorrenza, confrontandosi quotidianamente con i prodotti petroliferi. Alle attuali quotazioni internazionali il metano (e il biometano) non ha più alcun margine di economicità rispetto ai carburanti tradizionali.
Inoltre, secondo quanto riportato dalle associazioni, a sostegno della filiera in questione il Governo non ha predisposto alcun tipo di aiuto, escludendo coloro gli attori coinvolti nel mondo del metano in Italia dai beneficiari dell’abbassamento dell’IVA al 5% – dapprima nel decreto-legge “Salva bollette”, quindi in Legge di bilancio – malgrado le ripetute richieste di sostegno da parte delle Associazioni firmatarie.