Già annunciato dal Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il rincaro sui costi dell’elettricità e, soprattutto, del gas dopo le bollette delle famiglie è arrivato a lambire anche il metano per autotrazione, un carburante che nelle ultime settimane ha registrato un’impennata senza precedenti dei costi, che si è riversata su tutti gli attori della filiera con gravi ripercussioni per l’economia di un settore cruciale per la transizione energetica dei prossimi anni.

Non a caso il consumo di CNG del 1° semestre 2021 è pari a +13% rispetto al semestre 2020 (elaborazione Federmetano su dati forniti da SFBM). Un dato che, sommato al progressivo aumento del circolante a metano negli ultimi 5 anni – passato da 1,071 milioni di veicoli nel 2019 a 1,088 milioni nel 2020 – delinea un settore vitale che tanto ha da dare al Paese e ai cittadini. L’associazione di categoria Federmetano (che, va ricordato, non ha la facoltà di intervenire sul prezzo finale) ha fornito alcuni elementi utili a comprendere l’attuale situazione che ha le sue origini agli albori del terzo millennio.

Metano, una situazione complessa

La liberalizzazione del mercato del gas dai primi anni 2000 ha fatto sì che tale mercato sia soggetto a logiche di tipo finanziario, che agiscono a livello mondiale e che inevitabilmente incidono sulla quotazione del prezzo della materia prima e di conseguenza sul prezzo finale del prodotto.

Dopo alcuni cali di prezzo occorsi da aprile 2020, causati inizialmente dalla pandemia mondiale, si sono verificati aumenti continui del prezzo della materia prima da ottobre 2020 a oggi, toccando cifre record superiori del 600%. Gli esperti segnalano che tali aumenti derivano da una molteplicità di fattori: bassi livelli di stoccaggio nei siti europei dovuti a un inverno di lunga durata; ripresa dell’economia asiatica con grande richiesta di energia; forniture di GNL via nave dirottate verso l’Asia e in generale verso mercati disposti a pagare di più; tagli di forniture verso l’Europa dalla Russia a causa di manutenzioni programmate; ritardi nelle autorizzazioni a esercire nuovi metanodotti di importazione.

Dinamiche che avvengono a un livello ben superiore alle capacità di contrattazione degli imprenditori della distribuzione stradale e di chi li rappresenta e che costituiscono per tutti noi motivo di grande preoccupazione e disagio. Data l’emergenza in corso, il Governo Italiano sta tentando di ridurre gli impatti di aumenti insostenibili, ma gli ultimi provvedimenti sono stati indirizzati soprattutto a beneficio delle forniture di gas verso le famiglie, dopo l’approvazione del . Federmetano sta lavorando con gli enti competenti per ottenere condizioni più favorevoli, sia per gli operatori del settore autotrazione, sia per gli utenti.

Le proposte di Federmetano per arginare la crisi

A fronte di quanto sta accadendo sul prezzo del metano Federmetano si sta adoperando concretamente per sostenere il comparto. Nello specifico in merito al Decreto Legge “Salva-bollette”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre scorso, l’Associazione ha aperto un dialogo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze affinché l’IVA agevolata al 5%, prevista dal Decreto in oggetto, possa essere applicata anche all’uso autotrazione con la possibilità di traslare questo beneficio all’utenza finale. Poiché sono necessari 60 giorni prima che il decreto sia convertito in legge, Federmetano sta proseguendo la sua battaglia in merito e sta vagliando ulteriori soluzioni.

“In attesa che le risorse e le misure previste dal PNRR, si traducano in maggiori quantitativi di biometano disponibili sul mercato, Federmetano farà quanto in suo potere per sostenere gli operatori del comparto a fronte dell’attuale emergenza, per continuare a garantire all’utenza prezzi congrui per questo carburante, necessario per correre lungo la strada della sostenibilità”, ha commentato Dante Natali, Presidente Federmetano, sulla crisi attuale del prezzo del metano. “Non dimentichiamo, infatti, che questa escalation dei prezzi della materia prima gas mette in difficoltà un settore di eccellenza che presenta enormi opportunità di decarbonizzazione per l’Italia e per l’Europa. Nel nostro Paese sono in esercizio quasi 1500 stazioni di rifornimento di CNG: infrastrutture che alimentano il 2,1% del parco circolante nazionale, ossia mezzi che già oggi per il 20% si muovono a biometano, e che rappresentano un ponte verso la distribuzione e l’utilizzo dell’idrogeno”.

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