Al momento di cominciare la prova sul classico percorso di Vado e Torno dedicato ai commerciali, la domanda viene spontanea: cos’altro potrà infatti dire di nuovo un modello con vent’anni di tradizione alle spalle (debutto nel 1995), collaudato e largamente apprezzato in tutte le sue varianti e configurazioni? Insomma, dove sta la novità?

La risposta arriva al termine del test, analizzando i dati e riportando le sensazioni alla guida: la novità sta nel fatto che vent’anni dopo, il Vito non finisce di stupire. Capace di farlo ancora oggi, malgrado la conoscenza e la confidenza con questo leggero della Stella non dovrebbero nascondere ormai alcun segreto. Ma evidentemente al Mercedes Vito piace sorprendere. Sempre. Per la linea e quel design così elegantemente moderno, privo di spigolature, e in un certo qual modo accattivante.

Non è soltanto questione di stile

Forme che si potrebbero riassumere senza tanti giri di parole in quel Cx di 0,32 grazie al quale la resistenza all’avanzamento si riduce ai minimi termini, con benefici tutt’altro che trascurabili in termini di minori consumi di carburante. Stile ed efficienza come grimaldello per conquistare le simpatie e di conseguenza il consenso del trasportatore professionale.

Un mix sul quale il van della Stella ha sempre fatto intelligentemente leva, nel pieno rispetto della tradizione Mercedes. Ma che, va detto con altrettanta chiarezza, non è tutto. Sì, perchè al di là del fascino -che ha pur sempre la sua importanza, anche tra i veicoli da lavoro- il Vito non dimentica la propria mission. Che è quella di un veicolo per il trasporto e la distribuzione leggera in città (e non soltanto, in verità).

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