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Come uno sprazzo di sereno dopo il temporale. Trascorsi sette anni nella bufera, con una sola leggera pausa nel 2015, è finalmente ricomparso il sereno. E ci sono tutti i segnali che le nuvole possano ulteriormente diradarsi nell’anno appena cominciato.

Si chiude dunque il 2016 con numeri che ormai da anni erano una chimera. Certo, ancora molto lontani da quelli del 2008, l’ultimo anno prima della crisi, ma con incrementi rispetto al 2015 che hanno il sapore di record europei, se si esclude quel 64 per cento della Lituania che, però, ha un mercato totale che vale poco più di 5 mila pezzi.

Sopra le 3,5 tonnellate, secondo le stime dell’Area Studi e Statistiche ANFIA su dati del Ministero dei Trasporti (che considerano la dilatazione temporale tra acquisto e immatricolazione in funzione dei tempi di allestimento), l’Italia ha chiuso con un più 54,4 per cento. Ciò significa che il mercato nazionale è cresciuto oltre quattro volte di più rispetto alla media europea, staccando di parecchie lunghezze i ‘grandi’ del camion.

Le autorevoli elaborazioni ANFIA dicono che nel 2016 sono stati immatricolati ben 23.370 mezzi con ptt oltre 3,5 ton, contro i 15.138 del 2015. Se si restringe lo zoom sul segmento oltre le 16 ton, ancora una volta lo Stivale, tolta la solita Lituania e Cipro (36 veicoli sono l’intero mercato dell’Isola), ha un incremento assai superiore a tutti gli altri Paesi membri: più 52,9 per cento con 18.139 pesanti immatricolati contro gli 11.865 del 2015.

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