MAN E-TGE 3.140 L3, vuol fare la star. La nostra prova
Se ci si ferma al prezzo non se ne esce più. Bisogna anche saper guardare oltre. Ad esempio, nel caso del Man e-Tge, variante cento per cento elettrica del van pescato dalle sinergie del Gruppo, alla portata utile davvero notevole combinata con una ricca dotazione di primo impianto
Sono presenti sul mercato ormai da tempo e per questo non possono essere certo considerati più una novità. Tuttavia, in misura decisamente superiore alle auto, anche per via della diversa destinazione d’impiego, i van elettrici stentano a fare breccia. Al contrario, attorno a questa categoria di veicoli, portabandiera del processo di transizione verso un trasporto merci più green e sostenibile (tra cui il MAN e-TGE), permane un alone che potremmo definire di cauta diffidenza, dovuta anche a una cultura che nell’autotrasporto è saldamente ancorata al diesel.
I motivi che frenano l’avanzata dell’elettrico sono comunque ben noti e ancora insuperati. In primis, inutile negarlo, un prezzo di listino ancora troppo elevato, ma pure l’autonomia di marcia rappresenta un forte elemento demotivante, molto più in realtà di quanto, ad esempio, non lo sia la capacità in termini di portata utile, che pure scontando l’inevitabile maggiore tara del veicolo, è sostanzialmente allineata al diesel.
MAN e-TGE, la diffidenza è vinta
Ma veniamo dunque all’e-Tge, stretto parente dell’e-Crafter firmato Volkswagen, con cui Man mostra le reali potenzialità della motorizzazione full electric combinata con le qualità (riconosciute) di robustezza e perfetta adattabilità alle varie esigenze del suo delivery urbano da 35 quintali. E con cui si vuole sgombrare il campo da una serie di perplessità e dubbi circa l’efficienza e il rendimento del più green tra i furgoni.
In questo senso, pescando dalle sinergie di gruppo, il Costruttore di Monaco ha buon gioco. Il Tge è infatti veicolo cui non fanno certo difetto carattere, personalità e robustezza. Nell’ordine che più vi piace, evidenti già ad una prima occhiata. Adeguata nelle linee esterne ai canoni Man, quindi con design molto espressivo, cui contribuiscono i fascioni paracolpi lungo le fiancate, la scocca dell’e-Tge riprende quella delle versioni a trazione posteriore con pianale rialzato (ma con l’unica differenza delle ruote posteriori singole), proponendo sul veicolo in prova 6 metri di ingombro sul passo di 3.640 millimetri e sfiorando i 2,6 metri in altezza.
MAN e-TGE, il balletto dell’autonomia
Per l’elettrico con il simbolo del Leone di Monaco sulla calandra, passo lungo (L3) e tetto alto (H3), valgono un vano di 10,7 metri cubi, valore di poco inferiore rispetto alla corrispondente versione diesel di pari dimensioni (11,3 m3). Discorso che porta dritto alla portata utile. Considerando per l’e- Tge una tara superiore di circa 200 chili dovuta alla presenza del pacco batterie (sistemato sotto il pianale), i 900 chili che il van si mette sulle spalle (mille quelli dichiarati) valgono la certezza di un’operatività quotidiana senza problemi in città e sull’ultimo miglio.
E questo vale anche per l’autonomia, territorio che per consuetudine presta il fianco a diverse interpretazioni. Man dichiara per il suo e-Tge una percorrenza prima della ricarica di circa 120 chilometri. Valore veritiero, a patto però di non esagerare col pedale dell’acceleratore, in città ma soprattutto, come nel caso della nostra prova, sui più scorrevoli tratti in tangenziale. In quest’ultimo caso, infatti, il piede destro pesante è sinonimo assicurato di ‘pieno’ anticipato. Comunque, che siano 120 chilometri o qualcosa in meno, l’elettrico Man assicura quanto basta per il giro di trasporto e consegne quotidiano. Piuttosto, sarebbe stata preferibile una maggiore velocità di punta. Pur essendo funzionale all’autonomia, il limite invalicabile dei 90 all’ora dell’e-Tge appare eccessivamente conservativo, oltre a rendere talvolta difficoltosi, se non addirittura impossibili, i sorpassi dei veicoli più pesanti. Infine, il capitolo prezzo. Nota dolente per ogni furgone elettrico.
Ma la dotazione è veramente ricca
Però qui la differenza è che i (quasi) 54 mila euro del MAN e-Tge (più del doppio rispetto alle corrispondenti versioni diesel), comprendono una dotazione davvero completa. Si va dal sistema di assistenza alla frenata di emergenza (Eba), al Crosswind assist, la funzione che consente al veicolo di opporre resistenza alle raffiche di vento laterale. E poi ancora, il controllo della fiancata e dell’angolo cieco, la telecamera di retromarcia Rear view, l’assistente antiarretramento (o partenze in salita che dir si voglia), climatizzatore e navigatore con display a colori da 8 pollici. Insomma, elettrico sì, ma di classe.
Il giudizio di VeT
Scorrendo la lista della dotazione di serie del l’e-Tge, potresti anche pensare al fatto che la Man abbia voluto esagerare. Tanta ricchezza, infatti, non è certo caratteristica comune nel segmento dei veicoli commerciali. Assistenza alla frenata d’emergenza, Crosswind assist, Hill holder e pure il sistema che riporta in corsia nel caso da questa vi stiate allontanando inavvertitamente e senza segnalare. Davvero un van per viaggiare in top class.
Per stare alle considerazioni più importanti: se portata e volumetria fruibile, ripettivamente di 900 chili circa e 10,7 m3, rispondono perfettamente alle esigenze della mission quotidiana, dove l’e-Tge mostra qualche limite è sulla velocità di punta. Limitata a 90 all’ora, sarà pure funzionale all’autonomia, ma allo stesso tempo risulta piuttosto penalizzante, non tanto e non certo percorrendo le strade cittadine, quanto piuttosto sui tratti più scorrevoli e veloci. In tangenziale, ad esempio, i ‘novanta’ sono oltremodo limitativi in caso di sorpasso