Durante la presentazione del rapporto “MobilitAria 2020″ (elaborato da Kyoto Club e CNR IIA), il dossier sulla qualità dell’aria e sulle politiche di mobilità presenti in Italia, è stato anche analizzato il ruolo della logistica urbana che ora, in piena ripartenza post coronavirus, è più che mai centrale nelle dinamiche economiche e commerciali del settore dei trasporti. Alla base di tutto ciò “digitalizzazione, sostenibilità ambientale e riorganizzazione dei flussi”, secondo l’intervento di Massimo Marciani, Presidente del Freight Leaders Council, l’associazione che riunisce i maggiori attori della logistica.

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Logistica urbana, la rivoluzione copernicana delle consegne digitali

“L’emergenza sanitaria ha avuto un grandissimo impatto sulle abitudini degli italiani – ha esordito Marciani durante l’evento MobilitAria 2020 –. Le vendite online e la richiesta di consegne a domicilio sono esplose: si tratta di trend che gli operatori devono tenere in considerazione per rispondere ai nuovi input del mercato. Occorre lavorare alla completa digitalizzazione della filiera, facendo proprie soluzioni adottate nell’emergenza, come la prova della consegna senza contatto. La riorganizzazione dei flussi passa attraverso magazzini di prossimità, ma anche incentivi all’uso dei lockers per non perdere di vista l’obiettivo della sostenibilità ambientale, ridurre lo stress che si riflette sulle città e migliorare la qualità dell’aria”.

Home delivery, boom durante il lockdown

Con l’home delivery cresciuto del 162,1% e l’instant delivery del 300% (dati Nielsen) nei soli primi tre mesi del 2020, in concomitanza con il lockdown, anche “le consegne a domicilio dei pacchi alimentari sono raddoppiate in alcune città come Genova e sono aumentate del 23% a Milano e del 35% a Roma e Torino”, prosegue la nota FLC. Un aumento vertiginoso – relegato, di solito, a determinati periodi dell’anno come il Cyber Monday o il Black Friday – che ha richiesto alla logistica urbana uno sforzo enorme.

“Per rispondere a questi nuovi input non si può prescindere da una maggiore digitalizzazione per l’ottimizzazione dei flussi, la gestione del magazzino e delle scorte per velocizzare gli ordini, il carico, la spedizione e la reverse logistics (gestione dei resi)”. Ne è un esempio la cosiddetta POD (prova della consegna) senza contatto fra le parti, ormai diventata una pratica abituale che evita il contatto diretto tra clienti e driver. Nel comunicato viene poi caldeggiata “una base normativa per passare dall’emergenza alla stabilizzazione della misura, che è in grado di rendere le consegne più rapide e sicure”.

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Magazzini di prossimità e lockers

Il Freight Leader Council non ha poi mancato di ribadire l’importanza della sinergia che si dovrà creare tra i magazzini in prossimità delle aree di consumo e i lockers, “gli armadietti che permettono al cliente di ricevere la merce a distanza e in sicurezza e agli operatori di concentrare in un solo punto le consegne, riducendo tempi e distanze da percorrere”. Ancora oggi pochissimi clienti che fanno acquisti digitali scelgono questa modalità di consegna: sarebbero meno del 4% sul totale secondo i dati FLC che, a tale proposito, in un’ottica di ottimizzazione dei flussi combinata alla sostenibilità ambientale, auspicherebbe “un intervento a sostegno di questa modalità in grado di ridurre massicciamente l’impronta ambientale della consegna”.

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