Creare una community di aziende virtuose che condividano buone pratiche e promuovano la sostenibilità nella filiera della logistica, con un contributo fondamentale da parte della committenza come volano; coinvolgere gli istituti bancari e il governo nell’offerta di finanziamenti e incentivi per la sostenibilità; promuovere la digitalizzazione e la semplificazione dei processi, specialmente quelli di raccolta e comunicazione dei dati, per migliorare la trasparenza e la tracciabilità. Sono le proposte per accelerare la transizione verso la sostenibilità della filiera logistica e dei trasporti attraverso l’adozione dei principi ESG, emerse dal rapporto curato dalla LIUC-Università Cattaneo e dal Freight Leaders Council (FLC), associazione che rappresenta gli operatori della logistica.

Il progetto di ricerca, dal titolo “ESG: un percorso attraverso cui (ri)costruire le relazioni fra industria e operatori della logistica e dei trasporti”, riguarda l’adozione dei principi di sostenibilità ESG (Environmental, Social, and Governance) nella filiera logistica.

Lo studio, che ha coinvolto 11 aziende pilota del settore (CHEP, Conad, Ferrero, Gruber Logistics, Italtrade, Latteria Soresina, Servizi Pinna, Pioppo Trasporti, Ponti, Poste Italiane, SMET), ha rilevato che le realtà aziendali italiane della logistica e dei trasporti sono sempre più consapevoli dell’importanza della sostenibilità e stanno iniziando a intraprendere azioni concrete per migliorare il proprio impatto ambientale, sociale e di governance.

In particolare, le realtà intervistate hanno evidenziato i seguenti benefici derivanti dall’adozione dei principi ESG: riduzione delle emissioni di CO2 e altri impatti ambientali; miglioramento della sicurezza dei lavoratori e dei consumatori; aumento della competitività e dell’attrattività degli investimenti.

Tuttavia, il progetto ha anche evidenziato alcune barriere che ostacolano l’adozione dei principi ESG nella filiera logistica e dei trasporti. Tra queste: la difficoltà di monitorare e controllare i fornitori, specialmente nel caso di subfornitura; il costo degli investimenti necessari per implementare soluzioni sostenibili; la mancanza di incentivida parte del governo.

“Il tema della compliance nel settore logistico è stato sempre centrale per il FLC. Inizialmente, ci siamo concentrati sull’ambiente, supportando il programma Lean & Green come punto di contatto nazionale. Questo programma consente agli operatori di registrare le proprie emissioni climalteranti. Successivamente, abbiamo esteso la verifica anche a questioni etiche e alla trasparenza dei processi, promuovendo il Transport Compliance Rating come strumento per migliorare le performance e creare un ecosistema virtuoso tra operatori e committenti”, ha dichiarato Massimo MarcianiPresidente del Freight Leaders Council. “L’attenzione alle tematiche ESG da parte del FLC è ulteriormente testimoniata da questo studio. Riteniamo essenziale monitorare costantemente le iniziative ESG nel settore logistico, pertanto, insieme al team della LIUC, abbiamo deciso di far diventare questo studio la rilevazione zero dell’Osservatorio ESG della Logistica. Ogni anno, organizzeremo un evento per presentare i risultati e condividere le buone pratiche con gli stakeholder del settore.”

“Sta emergendo in maniera sempre più evidente che la chiave per una vera transizione verso la sostenibilità del settore dei trasporti e della logistica non sia rappresentata tanto dagli aspetti tecnici e tecnologici, quanto dal sistema valoriale alla base delle relazioni fra committenza e fornitura: condividere lo stesso sistema valoriale, basato sul rispetto dei principi ESG può aiutare le aziende a costruire una community virtuosa, che lavora riconoscendo il giusto valore alla vera qualità del servizio, mette fuori mercato quelle ‘aree grigie’ connotate da scarsa trasparenza e dal tipico approccio alla ‘guerra dei prezzi’, una community che produce valore economico divenendo attrattiva”, ha commentato Alessandro Creazza, Direttore del Green Transition Hub della LIUC – Università Cattaneo. “Ma il primo passo deve essere un salto culturale da parte della società: un’evoluzione culturale in cui i consumatori considerano anche gli impatti sociali e ambientali nella scelta dei prodotti. Anzi, non solo dei prodotti, ma anche dei servizi associati ai prodotti che si acquistano: al trasporto non viene attribuita un’importanza equiparabile al prodotto, quando dovrebbe essere un tutt’uno.”

Valentina Tundo, Carrier Management Director per CHEP Europe e vicepresidente FLC, ha concluso: “ESG compliance: sfida o meglio opportunità di cambiamento culturale. Di cosa si tratta, come viene percepita dal settore del trasporto oggi e quali possono essere le implicazioni e i benefici? Il tema non è ancora maturo e noto per gran parte degli addetti ai lavori dell’industria del trasporto, ma rappresenta una pietra miliare per una virtuosa trasformazione del settore a 360 gradi in termini di processi coinvolti. Come sempre il FLC si propone di fornire informazioni fruibili per le aziende per comprendere quali sono le modalità per poter sviluppare un servizio sostenibile. Questo studio consente di comprendere e approcciare il tema che richiede un approccio olistico alla sostenibilità ́. Con un taglio semplice e pragmatico questo studio costituisce il primo passaggio per la costruzione di un Osservatorio attraverso il quale, in modo coordinato ed efficiente, le aziende potranno attingere e contribuire su questo importante tema e ovviamente beneficiarne.”  

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