“Verifiche più rapide sullo stato di sicurezza delle gallerie, anche attraverso tecniche non invasive, nessuna chiusura dell’A26 e prime aperture a partire dal 3 luglio”. Questi i principali punti emersi dal vertice d’emergenza tra Mit e Autostrade per l’Italia (Aspi), convocata nella giornata di ieri dal Ministero per porre rimedio alla situazione ormai fuori controllo del traffico ligure.

Infatti, a causa delle ispezioni in corso per verificare l’integrità strutturale delle gallerie, la viabilità è soggetta a fortissimi rallentamenti che hanno dato origine a code chilometriche durante le scorse settimane su tutto il tessuto autostradale della Regione Liguria (A7, A10, A12 e A26).

Liguria, una fase 3 complicatissima

Nella nota rilasciata il 27 giugno, con la quale venivano illustrati alcuni aggiornamenti sulla situazione ligure, il Mit aveva già sottolineato di aver “mantenuto contatti costanti con i gestori autostradali per assicurare lo svolgimento delle verifiche limitando, al contempo, i disagi al traffico”, ribadendo che “tutte le iniziative sono state oggetto di massima condivisione anche con la Regione Liguria, le cui esigenze sono state integralmente recepite nel programma in fase di applicazione”.

Come già affermato dalla nota di sabato, durante il vertice tra Aspi e Mit sono stati “condivisi i riscontri tecnici eseguiti dall’Università di Pescara sulla metodologia di ispezione delle gallerie”. Una modalità, quella indicata dal Mit che avrebbe assicurato “verifiche spedite che potranno permettere l’ultimazione delle ispezioni entro il prossimo 15 luglio, con rilevanti benefici per l’utenza e senza compromettere la conoscenza delle infrastrutture”.

Una scadenza ulteriormente anticipata da Aspi che “ha confermato l’impegno portare a termine entro il 10 luglio prossimo le attività di verifica che riguardano complessivamente 147 gallerie”. I cantieri verranno progressivamente smantellati dalle arterie stradali a partire dal 3 luglio. Quindi, per garantire il transito del traffico anche durante le ispezioni, verranno fatte verifiche strumentali indirette: ciò non renderà necessaria la chiusura diurna dell’A26 che, al contrario, verrà interrotta solo nelle ore notturne.

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I limiti di sopravvivenza di una regione allo stremo

Il Mit è infine tornato sulla questione dei pedaggi, rimarcando la necessità di estenderne l’esenzione alle tratte interessate dalle ispezioni e su cui si sono concretizzati forti disagi. Da Savona a Genova, ieri, il tempo di percorrenza era di due ore e dieci. Sabato notte, tra Pietra Ligure e Recco, gli autisti sono rimasti incolonnati fino a sei, lunghissime, ore per la chiusura notturna programmata.

“Quali sono i tempi limite di sopravvivenza? Quanto manca ancora perché anche il sistema produttivo del secondo più importante polo industriale d’Europa collassi a causa del blocco negli approvvigionamenti e dei trasporti?” aveva tuonato Alessandro Laghezza, presidente di Confetra Liguria, qualche settimana fa, a commento della situazione insostenibile che, quotidianamente, il traffico ligure si era trovato a fronteggiare con l’inizio della fase 3. Per Laghezza “le Istituzioni, devono farsi carico di questi comportamenti irresponsabili e trovare le soluzioni. Da quelle immediate a quelle di prospettiva, che per la Liguria si chiamano: Terzo Valico, Gronda di Genova, Ferrovia con la Francia e Ferrovia Pontremolese, oltre a una completa revisione del sistema autostradale con ripristino dell’esistente e realizzazione di nuove tratte capaci di rompere l’isolamento della Liguria”. Un isolamento che ora, con la fine del lockdown, appare ancora di più come una beffa per la Regione.

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