“Non siamo noi a decretare il fermo tecnico dell’autotrasporto. I nostri mezzi si fermano perché il sistema autostradale ligure e, per conseguenza, del nord ovest è collassato e rende impossibile qualsiasi attività di presa e consegna delle merci, nonché la sopravvivenza delle attività di autotrasporto e logistica”. Così ha esordito Giuseppe Tagnochetti, responsabile di Trasportounito in Liguria, nella nota a commento della situazione che si è venuta a creare in Liguria a causa delle ispezioni dei tunnel autostradali. Rallentamenti e disagi che, nonostante il vertice d’emergenza svoltosi tra il Ministero e Autostrade per l’Italia domenica, non accennano a diminuire.

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TrasportoUnito, in Liguria autotrasporto non sia “agnello sacrificale”

A difesa dell’autotrasporto, che in questo momento sta recitando la parte “dell’agnello sacrificale”,  Tagnochetti ha ribadito che “spettava e spetta al Governo garantire la libera circolazione delle merci, la libertà delle imprese e la tutela del sistema economico”. In questo senso “se poi emergeranno responsabilità del concessionario, oppure carenze evidenti nei controlli pubblici sul rispetto dei contratti di concessione, ciò non riguarderà l’autotrasporto ma i rapporti fra Stato e imprese private”.

“Non ci stiamo più – tuona Tagnochetti -. Ogni livello di guardia è stato superato in una recita quotidiana sulla pelle dell’autotrasporto. Ci uniamo alle dichiarazioni di protesta che il Presidente della Camera di Commercio di Genova ha lanciato in rappresentanza di tutte le categorie economiche”. Lo spettro dello sciopero è tornato a manifestarsi. Infatti “se entro 48 ore non saranno individuate soluzioni come corsie preferenziali, ripristino della normale viabilità, riapertura di gallerie e viadotti limitando i lavori a precise e inderogabili fasce orarie – ha poi avvisato Tagnochetti – l’autotrasporto avvierà forme di protesta fino al fermo tecnico definitivo dei servizi”.

Tempi di guida e sicurezza, a rischio a causa delle code

Tagnochetti sostiene che quello in atto in Liguria “è un attacco criminale contro l’autotrasporto e qualcuno, anche davanti alla magistratura, dovrà rispondere a questi interrogativi: come mai nei mesi del lockdown il Ministero dei Trasporti non ha completato e forse neppure iniziato i controlli sulla rete? Chi si assume la responsabilità di costringere gli autotrasportatori, fermi per ore in coda, a violare tutte le norme sui tempi di guida e sulla sicurezza? Chi risarcirà alle nostre aziende e a tutto il sistema commerciale e industriale l’enorme danno economico e di produttività conseguente che stanno sostenendo e che sarà oggetto di una richiesta danni da parte della categoria? Chi è responsabile del diniego opposto persino alla richiesta di garantire la gratuità di alcune tratte? Chi si farà carico del costo degli incidenti sulla strada, del fallimento delle aziende e della disoccupazione che si sta generando? Dove erano tutti i controllori pubblici – conclude – che tentano oggi in venti giorni di ovviare all’assenza di anni nelle verifiche di sicurezza di gallerie e viadotti, dopo aver comodamente indossato una benda sugli occhi per decenni e decenni?”.

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