Comprare un’azienda per 2,5 miliardi di euro e 22 anni dopo rivenderla per quasi sei volte il suo valore iniziale. Un ottimo affare per DB Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche gravate da oltre 30 miliardi di debiti.

DB che ai primi di ottobre hanno approvato con un movimentato consiglio di amministrazione la cessione del gigante della logistica DB Schenker al gruppo danese Dsv per la cifra, in contanti, di 14,3 miliardi di euro. Ma la vendita del numero quattro nel ranking mondiale A&A della logistica, dietro a Kühne&Nagel, Dhl e proprio Dsv, non sta andando liscia nonostante un prezzo vicino ai due terzi del fatturato 2023 (21 miliardi). Su 20 consiglieri del Cda solo 10 hanno votato a favore dell’operazione, 9 erano contro e si è evitato lo stallo solo grazie a un’astensione.

L’annuncio di Jens Lund, Ceo di Dsv, suona così: «uniamo due aziende forti, creando una potenza mondiale nel settore dei trasporti e della logistica che andrà a vantaggio dei nostri dipendenti, clienti e azionisti» è giustificato dai numeri. Il fatturato 2023 di Dsv era di 22 miliardi e la somma dei due gruppi proietta Schenker-Dsv a quota 43, ben oltre i 31 miliardi dall’attuale testa di classifica, Kühne&Nagel.

Ma a Berlino la perdita del controllo di DB Schenker suscita perplessità, specie tra gli alti ufficiali dei comandi Nato. «Dal giorno dell’attacco di Putin, tutte le forniture militari all’Ucraina hanno viaggiato su rotaia, dimostrando come la Germania sia un nodo logistico cruciale per l’alleanza», insiste dall’opposizione il responsabile dei trasporti per la Cdu tedesco Christoph Ploß. «Siamo certi di poterlo fare con DB Schenker in mani straniere?». Musica per le orecchie del fondo britannico Cvc Capital Partner, scartato a parità di offerta economica. Oltre a sottolineare la più radicata affiliazione alla Nato del Regno Unito rispetto alla Danimarca, Cvc ha trovato un alleato nel sindacato tedesco Ver.di che stima in almeno 5mila i posti di lavoro di cui Dsv prevede la cancellazione con la fusione con DB Schenker.

Tagli che Cvc esclude: prevede di gestire il gruppo come entità indipendente, garantendo alla capofila DB oltre due miliardi di ricavi annui se accettasse di mantenere una quota del 24,9 per cento in DB Schenker.

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