La logistica portuale rischia il collasso secondo Federlogistica
“Penso che vi sia una pericolosissima sottovalutazione dello sforzo che il sistema logistico, portuale e marittimo sta facendo per garantire servizi essenziali al Paese, ma questo sacrificio non può durare a lungo in assenza di provvedimenti concreti”. È Luigi Merlo, presidente nazionale di Federlogistica-Conftrasporto, a ribadirlo, ripetendo un appello lanciato già alcune settimane fa sull’emergenza coronavirus: le […]
“Penso che vi sia una pericolosissima sottovalutazione dello sforzo che il sistema logistico, portuale e marittimo sta facendo per garantire servizi essenziali al Paese, ma questo sacrificio non può durare a lungo in assenza di provvedimenti concreti”. È Luigi Merlo, presidente nazionale di Federlogistica-Conftrasporto, a ribadirlo, ripetendo un appello lanciato già alcune settimane fa sull’emergenza coronavirus: le proposte fatte pervenire ai dicasteri competenti, per sostenere il settore marittimo dei trasporti e della logistica e per far fronte a una crisi senza precedenti, purtroppo sono rimaste ancora inascoltate.
Le proposte inascoltate di Federlogistica-Conftrasporto
“Stiamo pagando il fatto che alcune proposte che il settore faceva da tempo siano rimaste lettera morta – prosegue Merlo. “Solo oggi ci si rende conto dello straordinario lavoro della sanità marittima e della polizia di frontiera con organici ridottissimi. Lo sportello unico doganale e dei controlli non è ancora partito nonostante basti un solo atto per farlo salpare. La piattaforma logistica nazionale, costata allo Stato decine di milioni di euro, non è mai decollata e va totalmente ripensata: se fosse stata in funzione oggi sarebbe un supporto utilissimo”.
“Con la ripresa dei traffici dall’oriente, con industrie e magazzini chiusi rischiamo porti intasati per mesi e spazi insufficienti. Da qui la necessità di sbloccare realmente le zone economiche speciali e il sostegno ai retroporti e ai Mto (Multimodal Transport Operator)”. Considerazioni simili arrivano anche da Paolo Salvaro, presidente di Confetra NordEst che in una nota non ha nascosto le preoccupazioni di tutto il settore di fronte sospensione dell’attività delle imprese produttrici di beni non essenziali, a partire dal 25 marzo come indicato dal Dpcm del 22 marzo firmato da Conte e contenente le misure straordinarie per arginare la diffusione del Covid-19. Il rischio, sottolinea Confetra, è che più del 60% delle merci che arrivano nei porti, su un totale di 200 mila teu (l’unità di misura internazionale per i container) non riescano poi a giungere a destinazione nelle località di spedizione.
Più poteri ai presidenti delle autorità portuali e alle capitanerie
“Diversi operatori erogano servizi in perdita: rischiamo, una volta finita l’emergenza, di non avere più collegamenti marittimi con le isole”, avverte il presidente di Federlogistica-Conftrasporto, mettendo in evidenza la possibilità di una crisi totale del settore navale che ha già subito, va ricordato, il blocco di tutte le crociere nonché della maggior parte dei collegamenti passeggeri con le isole. “I presidenti delle Autorità di sistema portuale sono stati di fatto in questo momento commissariati da prefetti, sindaci o presidenti di regione con provvedimenti spesso incoerenti e contraddittori. Vanno dotati di poteri autorizzativi reali così come le Capitanerie stanno dimostrando ancora una volta la straordinaria competenza e la capacità di assumere decisioni sulla base di valutazioni tecniche e non sulla emotività”.
“Se finalmente tecnica e competenza sono rivalutate, tanto più lo si deve fare in un settore così complesso e specialistico. Questa dovrebbe essere l’occasione per ripensare anche l’organizzazione del ministero dei Trasporti, che negli anni è stato depotenziato soprattutto in alcune direzioni che oggi si dimostrano essenziali per il funzionamento del Paese”, conclude infine il presidente di Federlogistica-Conftrasporto.