La Germania ha scelto il modello italiano per le autostrade. E dai pedaggi sui camion arrivano 7,3 mld di euro
Dallo scorso primo gennaio la rete autostradale tedesca sta vivendo una rivoluzione. I circa 13mila chilometri delle Bundesautobahnen, o BAB ovvero “autostrade federali”, nate nel 1933, sono stati “sfilati” dalle competenze dei singoli Länder (i potenti stati-regione) per confluire in una unica società ad hoc con sede a Berlino, la Autobahn Gmbh nata nel 2018 […]
Dallo scorso primo gennaio la rete autostradale tedesca sta vivendo una rivoluzione. I circa 13mila chilometri delle Bundesautobahnen, o BAB ovvero “autostrade federali”, nate nel 1933, sono stati “sfilati” dalle competenze dei singoli Länder (i potenti stati-regione) per confluire in una unica società ad hoc con sede a Berlino, la Autobahn Gmbh nata nel 2018 che “eredita” anche i circa 13mila dipendenti finora incaricati di progetto, gestione e manutenzione della rete.
Una svolta epocale per le autostrade tedesche
Una svolta epocale voluta espressamente – secondo i ben informati del gossip politico – dalla cancelliera Angela Merkel in persona, esasperata dalla lentezza dei chilometrici cantieri di ristrutturazione ma, soprattutto, preoccupata dell’impatto sull’economia tedesca dei ritardi nella manutenzione di quella che è vuole restare la più importante infrastruttura logistica del Paese.
«Non voglio più sentir parlare del ponte sul Reno di Leverkusen – pare sia sbottata la cancelliera in pieno Consiglio dei ministri, dove non tutti erano d’accordo con il nuovo modello di gestione centralizzata delle autostrade “all’italiana” – se è vero che il nuovo Rheinbrücke sarà pronto non prima del 2025, l’intera Germania si sta rendendo ridicola: 13 anni per rifare un viadotto ammalorato nel 2012 sono una barzelletta».
L’obiettivo è velocizzare su tutti i fronti: dalla manutenzione ordinaria alle nuove infrastrutture
L’imperativo di Autobahn Gmbh, suddivisa in 10 dipartimenti regionali, è perciò quello di “velocizzare”. Tutto deve marciare a passo di carica: cantieri di manutenzione ordinaria, rinnovo di ponti e (poche) gallerie, costruzione di nuove corsie e di nuovi tratti devono cambiare passo. «Non è possibile che ogni estate ci siano pezzi di autostrada in lastre di cemento che “scoppiano” per il surriscaldamento – pare si sia lasciata scappare detto la Merkel in un’altra occasione – siamo la prima potenza economica d’Europa, non la Corea del Nord».
Va detto che per i cantieri di Autobahn Gmbh i soldi non mancano. Non solo porta già in dote un piano di lavori 2020-2025 da un miliardo e mezzo di euro, ma in futuro potrebbe arrivare a disporre quasi integralmente degli incassi della Maut, il sistema di pedaggio sui mezzi pesanti che solo nel 2019 (ultimo anno pre-Covid) ha fruttato allo Stato tedesco 7,3 miliardi di euro, al lordo dei costi gestione di esazione. La battaglia per modernizzare le autostrade tedesche, quindi, è solo all’inizio.