La Dakar volta pagina: l’edizione 2020 in Arabia Saudita
Lo avevamo scritto a chiare lettere presentando la Dakar 2019, quella interamente disputata in Perù dopo il forfait dell’Argentina, alle prese con una grave crisi economica, e il “no grazie” di Bolivia e Paraguay, che pure nel 2018 non avevano fatto mancare il loro sostegno (economico) alla corsa. Non c’era bisogno della sfera di cristallo per […]
Lo avevamo scritto a chiare lettere presentando la Dakar 2019, quella interamente disputata in Perù dopo il forfait dell’Argentina, alle prese con una grave crisi economica, e il “no grazie” di Bolivia e Paraguay, che pure nel 2018 non avevano fatto mancare il loro sostegno (economico) alla corsa. Non c’era bisogno della sfera di cristallo per capire che quella in procinto di scattare da Lima, benché descritta dagli organizzatori di Aso come un’edizione dura e selettiva almeno quanto spettacolare, sarebbe stata con ogni probabilità l’ultima volta della Dakar in Sudamerica.
E così è stato. Quindi, ciao ciao al Continente che per undici anni, dal 2009, è stata la casa della Dakar dopo il forzato trasloco della corsa dall’Africa, là dove quel genio visionario e pazzoide di Thierry Sabine l’aveva voluta e organizzata per la prima volta nel 1978, e dove la carovana è rimasta fino alla resa, nel 2008, in seguito alle minacce di attentati.
Dakar, in Arabia Saudita sarà tutt’altra cosa
Adesso si volta pagina. Si esplora il Continente Asia, il terzo della travagliata storia della Dakar. Si va infatti in Arabia Saudita. Per necessità, certamente, ma soprattutto attratti, gli organizzatori di Aso, dal profumo dei soldi. Tanti: qualcosa come 80 milioni di dollari per i prossimi cinque anni. Certo, così la storia viene riscritta, e con lei cambia anche il fascino dell’avventura sognata da Sabine, e che pure in un contesto diverso quale quello del Sudamerica, aveva trovato una propria più che accettabile dimensione, peraltro sviluppando un format a uso e consumo della televisione.
In Arabia Saudita (dal 5 al 17 gennaio, partenza da Jeddah, traguardo finale a Al Qiddiya) sarà tutta un’altra cosa. Un’altra corsa. Che sarà ancora più difficile di prima continuare a chiamare Dakar. Vedremo cosa ci diranno le 12 tappe (con un giorno di riposo a Riyadh) disegnate lungo 9 mila chilometri di dune e sabbia, con attraversamento del deserto di Rub’ al Khali. Nessun dubbio sulla suggestione che saprà offrire il paesaggio. Qualcuno in più, invece, per tutto il resto.