La Dakar rientra in Argentina per il giorno di riposo. Il punto al giro di boa
Lasciata la Bolivia e rientrata in Argentina per il giorno di riposo –che tale in effetti non è, considerato il gran lavoro che i meccanici devono affrontare sui mezzi- la Dakar si rimette in marcia puntando su Rosario, dove il rally raid più famoso si concluderà sabato 16. È ovviamente la settimana decisiva e non […]
Lasciata la Bolivia e rientrata in Argentina per il giorno di riposo –che tale in effetti non è, considerato il gran lavoro che i meccanici devono affrontare sui mezzi- la Dakar si rimette in marcia puntando su Rosario, dove il rally raid più famoso si concluderà sabato 16.
È ovviamente la settimana decisiva e non soltanto perché trattasi di quella conclusiva. Piuttosto, infatti, sarà proprio nelle prossime tappe, a partire da quella odierna (Salta-Belén, 534 km), che il percorso proporrà le maggiori insidie (che pure non sono mancate nelle sei tappe fin qui disputate). La navigazione, ad esempio, tornerà ad avere un ruolo se non decisivo certo importante. Ma occorrerà anche essere veloci senza stressare oltremodo la meccanica dei 47 veicoli in gara (su 55 partiti) messa a dura prova nelle prime frazioni della corsa. In ogni caso, ci attende una seconda settimana appassionante.
La classifica corta, con i primi cinque (nell’ordine: Versluis, De Rooy, Mardeev, Nikolaev, Stacey) racchiusi in soli 11 minuti alimenta l’incertezza sul risultato finale.
In particolare vedremo se i sorprendenti Man di Versluis e Stacey (rispettivamente primo e quinto della generale) sapranno confermarsi, se il giovane De Rooy saprà dare quella zampata che nelle ultime edizioni gli è mancata. Soprattutto, seguiremo con attenzione la gara, fin qui tatticamente accorta, dei Kamaz. E attenzione all’outsider Villagra, attualmente sesto con il suo Iveco a 15 minuti dalla vetta della classifica. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per vivere un finale appassionante. In fondo, questa è la Dakar.