IVECO, saltata la trattativa con FAW per la cessione
Un matrimonio che "non s'ha da fare" quello tra le due realtà camionistiche. Dal MISE e dai sindacati arrivano commenti positivi. E nel frattempo proseguono i piani per lo spin-off
IVECO resta italiana. In base a quanto si apprende da un comunicato di CNH Industrial (il gruppo di cui la Casa di Torino fa parte) il tavolo per la cessione ai cinesi di FAW Jiefang, colosso automotive tra i più imponenti del Dragone, è saltato. La nota, che non fornisce alcuna spiegazione sulle cause della rottura, è lapidaria: “CNH Industrial conferma che ha terminato le discussioni con FAW Jiefang relative al business On-Highway dell’Azienda”.
Iveco-FAW, una trattativa più complessa del previsto
Stando ad alcune fonti riportate da Reuters, le trattative con l’azienda cinese, dopo un iniziale rallentamento nel 2020 causato dalle divergenze sull’importo delle offerte preliminari, erano riprese con rinnovato slancio proprio all’inizio del 2021. Le cifre in ballo per la cessione del ramo di CNH Industrial dedicato alla produzione di camion e furgoni avrebbero superato i 3,5 miliardi di dollari e, tra l’altro, sarebbero state soggette anche ad eventuali ritocchi, in base agli asset ulteriori che sarebbero entrati in gioco.
Ma a fronte di un iniziale positività, con un accordo che sembrava tutto in salita, le difficoltà hanno iniziato a palesarsi senza soluzione di continuità negli ultimi tre mesi: prima il malcontento dei sindacati, giustamente intimoriti da un ipotetico stravolgimento delle linee produttive, poi l’ombra della golden power da parte dello Stato Italiano per un’attività industriale ritenuta strategica per gli interessi nazionali (oltre al comparto dei veicoli commerciali, fondamentali per garantire la continuità degli approvvigionamenti in un momento di crisi come quello attuale, persisteva la questione della Iveco Defence Vehicles di Bolzano, la divisione dedicata ai mezzi militari) e infine le difficoltà tecniche, operative e di vedute tra le due realtà, in particolare nel definire i contorni della cessione.
Le reazioni
Il primo ad esprimere soddisfazione è stato il Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, alle prpese con numerosi dossier delicatissimi sul fronte industriale e occupazionale. “Accogliamo con favore e valutiamo positivamente la notizia del mancato perfezionamento della trattativa tra CNH e Faw Jiefang per la vendita di Iveco”, ha commentato. “Il governo italiano ha seguito con attenzione e attiva discrezione tutta la vicenda perché ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico nazionale. Il Ministero, a questo punto, è pronto a sedersi al tavolo per intervenire per tutelare e mantenere questa produzione in Italia”.
Anche i sindacati esultato. “Accogliamo la notizia dell’interruzione della trattativa con Faw con sollievo, tanto più che i volumi produttivi di Iveco sembrano essere in generale ripresa e quindi siamo fiduciosi che questa storica azienda italiana possa andare avanti con le proprie forze”, ha dichiarato Gianluca Ficco, Segretario nazionale della Uilm e responsabile nazionale del settore automotive. “Abbiamo un accordo sul piano di investimenti siglato a marzo 2020 e diventa importante un momento di verifica sulla sua esecuzione. Rinnoviamo – conclude Ficco – la richiesta al Governo di interessarsi a un’azienda e a un settore così importanti per il nostro Paese”.
I piani di CNH Industrial per IVECO e il futuro della mobilità green
CNH Industrial nella nota ha comunque ribadito che continuerà “a perseguire i piani esistenti in vista della separazione di queste attività nella prima parte del 2022”. Dunque è confermata la volontà di proseguire sulla strada tracciata nel 2019 per lo spin-off, dividendo e quotando le attività di camion e autobus, insieme a FPT, nel tentativo di aumentare il valore del gruppo e razionalizzare le sue attività.
Il Gruppo, conclude nella nota, “crede che sussistano significative opportunità per sviluppare il proprio business On-Highway come fattore di accelerazione nell’attuazione di soluzioni e infrastrutture per trasporti sempre più sostenibili, in linea con le ambizioni del Green Deal dell’Unione Europea”.