Sappiamo che il 2025, per Iveco, non sarà un anno come tutti gli altri: il 50mo anniversario dalla fondazione dell’azienda ha, infatti, caratterizzato anche la tradizionale conferenza stampa che riunisce a Torino i giornalisti specializzati per fare il punto sull’anno appena concluso e anticipare i temi caldi dell’anno in corso. La festa vera e propria verrà celebrata a giugno con un evento dedicato che si terrà a Torino (e dove, altrimenti?).

Ad aprile, invece, partirà l’Iveco S-Way Tour: un vero e proprio giro d’Italia che coinvolgerà ben cinque Iveco S-Way della nuova gamma e toccherà i principali interporti italiani, oltre ad alcune location d’eccezione: si parte il 4 aprile dal Truck park di Brescia con quattro Iveco S-Way diesel e compatibili con Hvo e un camion a Lng. Nove in totale le tappe per 10 settimane di viaggio e una previsione di oltre 4.000 chilometri da percorrere. Il tour si concluderà il 21 giugno all’interporto di Catania. «L’obiettivo», ha spiegato Sara Castaldi, responsabile marketing, Iveco Mercato Italia, «è portare i veicoli della nuova gamma non soltanto ai nostri dealer e clienti, ma anche agli autisti, per permettere loro di conoscerli meglio e apprezzarne le caratteristiche. Oltre, naturalmente, a iniziare le celebrazioni per i 50 anni di Iveco».

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Massimiliano Perri (IVECO): il 2025 sarà l’anno del ritorno alla normalità

Con malcelato orgoglio, il numero uno del Mercato Italia di Iveco, Massimiliano Perri, da ben 27 anni nel gruppo, ha in qualche modo aperto ufficialmente l’anno celebrativo. Un 2025 che per il country manager del mercato Italia dovrà essere quello del «ritorno alla normalità», inteso come ritorno alle normali dinamiche del mercato dopo lo shock della pandemia e gli effetti di guerre ed eventi geopolitici degli ultimi anni. Di sicuro, in Iveco si dicono molto soddisfatti del 2024, che ha portato all’immatricolazione di circa 26 mila tra veicoli industriali e commerciali (lo scorso anno erano stati circa 25 mila), una cifra che lo stesso Perri ha definito «monstre» e che si deve in larghissima parte alle vendite dei modelli Model year 2022. «La gamma 2024, frutto di un profondo rinnovamento e di un investimento complessivo da un miliardo di euro, deve ancora mostrare le sue potenzialità e ci aspettiamo che lo faccia a partire da quest’anno», ha detto nel corso della conferenza.

E sebbene, al momento, l’Europa non abbia offerto aperture in tema di pluralità tecnologica («anche il tavolo di confronto promosso dalla Commissione finora si è concentrato soprattutto sul trasporto leggero», ci ha detto Perri rispondendo a una nostra domanda), Iveco prosegue nel solco di quella strategia multi-carburante più volte rivendicata. Non c’è, insomma, una sola strada per decarbonizzare il trasporto: «una questione molto seria», secondo il responsabile del mercato Italia.

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Da sinistra, Massimiliano Perri, Massimo Revetria, Fabrizio Buffa, Sara Castaldi e Luca Perrini

Il segmento dei medio-pesanti e la spinta alla decarbonizzazione

Un tema, quello dell’approccio multi-energetico, molto caro anche a Fabrizio Buffa, responsabile gamma media e pesante, Iveco Mercato Italia. «Abbiamo quattro linee di prodotto, dall’Eurocargo alla gamma Way, con tre tipi di alimentazione: diesel compatibile con Hvo, gas ed elettrico, con le prime consegne dei cabinati S-eWay per corto e medio raggio (presentati alla Iaa 2024, ndr) previste entro la fine di quest’anno». E, stimolato da noi sulla questione gas, che i dati danno in aumento a livello di immatricolazioni, ma non certo ai livelli precedenti al clamoroso aumento dei prezzi: «È vero che diverse aziende che puntavano sul gas stanno virando sull’Hvo», dice Buffa, «il cui costo di produzione è però molto alto. Dall’altro lato il gas, specialmente quando ottenuto da fonti rinnovabili, ha una migliore struttura delle garanzie di origine, che le aziende di autotrasporto possono facilmente utilizzare come una certificazione affidabile». Grazie alle certificazioni, secondo Iveco un veicolo alimentato a biometano può essere iscritto a bilancio da un’azienda come veicolo a emissioni zero per i criteri Esg.

«Il biometano è assolutamente in competizione con il veicolo elettrico», aggiunge Perri. «Con costi e Tco inferiori e con un prodotto che dà al committente e al trasportatore esattamente gli stessi vantaggi di un elettrico, cioè un veicolo a emissioni zero». I numeri snocciolati da Fabrizio Buffa parlano di oltre 8.000 camion Iveco targati nel 2024 nel segmento over 7,5 ton, con una quota di mercato vicina al 32 per cento (i dati Anfia 2024 parlano di una quota Iveco del 28,3 per cento nella fascia over 16 ton). Quota Iveco che sale notevolmente (siamo vicini al 50 per cento) tra i veicoli allestiti e nel segmento delle missioni gravose, «grazie alla collaborazione instaurata da anni con gli allestitori ma anche grazie all’estrema modularità che il telaio offre», sintetizza Buffa.

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Il Daily vuol confermarsi leader

A Massimo Revetria, responsabile gamma leggera, Iveco Mercato Italia, il compito di fare il punto sullo stato di salute del Daily, leader di mercato nella fascia da 3,5 a 7,49 tonnellate con poco più di 17.500 unità immatricolate, secondo Iveco. «Vendite trainate soprattutto dai cabinati allestiti, che hanno inciso per il 62 per cento contro il 38 per cento dei furgoni», ha spiegato Revetria. Il 2025 vedrà ulteriori promozioni commerciali e, si spera, una maggiore incidenza dell’eDaily, che ben si comporta, dati alla mano, in un mercato che rimane tuttavia «piccolo e molto clusterizzato», per dirla con Revetria, e che pesa per appena il 2 per cento sul totale delle vendite di Daily. «Possiamo però essere molto soddisfatti della scommessa fatta con GATE, la cui formula è stata scelta nel 64 per cento delle vendite di eDaily lo scorso anno», ha aggiunto il responsabile della gamma leggera.

Forte, infine, il focus sui servizi e sulla rete di assistenza territoriale, composta da 34 dealer e circa 480 officine autorizzate, come sottolineato dal responsabile del customer service, Luca Perrini. Per quanto riguarda i servizi, Iveco ha siglato lo scorso anno oltre il 50 per cento di contratti di manutenzione e riparazione. In più del 75 per cento dei casi di fermo macchina, il problema è stato risolto nel giro di 6 ore.

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